GENOVA/Le proteste per l’Ansaldo

 

La guerra in Ucraina ha provocato molti danni collaterali,uno di questi è la crisi energetica che sta facendo alzare i prezzi delle bollette del gas di tutta Europa. L’ elevato costo dei combustibili fossili sta mettendo in pericolo il lavoro degli operai che lavorano nel settore energetico.

I lavoratori dell’Ansaldo Energia stanno protestando da giovedì 12 per evitare tagli del personale o addirittura la chiusura dell’azienda, da cui dipendono 2300 famiglie, in aggiunta a quelle delle 500-600 aziende collegate all’indotto, marciando per Genova sventolando le bandiere della Fiom CGIL e Fim CISL.

I sindacati denunciano la perdita di 220 mila ore di lavoro già da marzo dell’anno prossimo per la mancanza di commesse: le tre con Enel, riguardanti la conversione di centrali a carbone di Civitavecchia, Brindisi e La Casella, erano state annullate per continuare con il combustibile.

Le manifestazioni, iniziate giovedì 12, hanno portato allo stop del traffico veicolare e nella giornata di venerdì all’occupazione della sala d’attesa dell’aeroporto “Cristoforo Colombo” di Genova-Sestri per sette ore. I nove voli previsti fino alle 17 sono stati cancellati e lo scalo è rimasto chiuso senza che i passeggeri potessero partire o sbarcare.

Molti lavoratori di Sampierdarena hanno voluto mostrarsi vicini alla causa aprendo i negozi in ritardo, mentre la Comunità di San Benedetto al porto, fondata da don Andrea Gallo, ha deciso di appendere degli striscioni per solidarietà.

UILM Genova, un altro sindacato, non ha aderito allo sciopero generale di sabato 14 perché Antonio Apa, coordinatore di UILM Liguria, sostiene che “non ci sono le condizioni per dare una spallata senza un esecutivo” e quindi sarebbe dannoso per la città continuare con le proteste considerato che “le problematiche di Ansaldo non sono solo economiche ma anche organizzative e strategiche”.