NHSMUN/I sogni della generazione z

NHSMUN (National High School Model United Nations) è un programma di simulazione diplomatiche,che ogni anno coinvolge studenti delle scuole scuole superiori, provenienti da più di 130 paesi del mondo.

Quest’anno due alunne della nostra scuola, Marta Vernazza e Ginevra Aloisi, hanno preso parte a questo progetto e sono qui per raccontarci la loro esperienza.

 

Perché abbiamo scelto di partecipare?

Le motivazioni che ci hanno spinto a partecipare sono molteplici, da una parte la voglia di mettersi in gioco e provare una nuova esperienza dall’altra il piacere di conoscere persone da tutto il mondo. il progetto NHSMUN infatti, rappresenta per chiunque scelga di partecipare un’opportunità oltre che una sfida.

Nel nostro caso per esempio, nessuna delle due aveva mai partecipato a un’esperienza del genere. Il Mun quindi ci ha dato la possibilità di metterci in gioco in un campo per noi quasi sconosciuto come quello delle relazioni internazionali. Non solo ma siamo entrambe partite sperando che questa avventura  potesse regalarci soddisfazioni anche dal punto di vista umano, in quanto eravamo consapevoli che avremmo incontrato persone da tutte le parti del mondo parlanti lingue diverse dalla nostra e con abitudini diverse, senza sapere se quindi la convivenza sarebbe stata facile.

A esperienza conclusa possiamo dire che il desiderio si è avverato. 

 

Cosa abbiamo fatto a New York?

Dopo aver seguito le lezioni tutti i weekend da dicembre a marzo, finalmente il 4 marzo siamo partite per New York per simulare il lavoro di un delegato dell’ONU.                                                                                                                      

I primi giorni erano di vacanza, mentre gli ultimi quattro giorni erano di lavoro. Ciascun delegato era in coppia con un altro per rappresentare, nella commissione affidata un paese diverso dal proprio di origine. In particolare, le commissioni dove abbiamo lavorato noi sono l’UNESCO e l’UNICEF, i paesi che ci sono stati assegnati sono Saint Vincent and the Grenadines e l’Uganda. i topic delle due commissioni erano “Preservare l’educazione nelle zone di conflitto”, “Salvaguardare la biodiversità marina”, “Eliminare abusi sessuali e violenza domestica” e “Diritto alla salute tramite i vaccini”.                

Il nostro scopo era quello di trovare una soluzione comune ai problemi attraverso la collaborazione con persone provenienti da tutto il mondo. I giorni di commissione si sono tenuti nell’Hotel, in quanto disponeva di sale apposite per riunioni, commissioni e conferenze.  Il primo giorno è avvenuta la Cerimonia di Apertura e a seguito ciascuno ha raggiunto la propria commissione e lì sono iniziati i lavori. Per iniziare si è svolta la cosiddetta “Setting of the Agenda”, cioè attraverso il voto di ogni paese, si doveva scegliere quale problema discutere per primo. Nella commissione dell’UNESCO, il primo problema, ovvero la preservazione dell’educazione nelle zone di conflitto ha “vinto” e dunque abbiamo iniziato a discutere tramite dibattiti formali, informali e votazioni. Inoltre, abbiamo avuto l’opportunità di tenere diversi speech di fronte ai presidenti e ai membri della commissione.                                                                                                                     

Il secondo giorno abbiamo lavorato sempre tramite dibattiti formali e informali e abbiamo dovuto condividere opinioni e idee e formare dei gruppi per iniziare a scrivere il “Working paper”, nonché la bozza della risoluzione finale. Collaborando e ascoltando le idee di tutti, ci siamo assicurati di trovare un modo per risolvere tutte le problematiche di ciascun Paese. Alla fine abbiamo scritto la “Draft resolution”, ovvero la risoluzione.                                    

In totale i documenti prodotti erano tre, attraverso le votazioni bisognava votare il migliore o i migliori. Il terzo giorno, dopo molte discussioni, abbiamo finalmente scelto come migliori “Draft resolutions” quello scritto dal mio gruppo e un altro scritto da un altro gruppo.  La sera c’era una festa per tutti i delegati, proprio per celebrare il lavoro svolto nei giorni di commissione e infine, per concludere in bellezza, dopo la cerimonia di chiusura siamo andati all’ONU.

Che cosa ci portiamo da questa esperienza?

Questa simulazione ha fatto crescere la nostra autostima, perché non solo siamo state scelte tra tanti ragazzi, ma grazie a questa esperienza abbiamo sviluppato anche capacità di problem solving e cooperazione, in quanto siamo state in grado di trovare punti di vista comuni ad altre persone e alcune soluzioni utili a tutti.                                                                                                

Inoltre, è stato veramente bello vedere così tanti ragazzi che credevano in quello che stavano facendo e cercavano di farlo al meglio. Ritrovarsi in un ambiente come il Mun, poteva essere a tratti pesante e difficile (considerando anche che l’intera simulazione era svolta in lingua inglese) ma invece è stato piacevole e soprattutto soddisfacente. Da questa esperienza portiamo dentro di noi il ricordo delle persone che abbiamo conosciuto,le opinioni che abbiamo avuto la possibilità di ascoltare, le tecniche acquisite durante quei giorni. Non possiamo non ringraziare i nostri compagni di commissione, i nostri tutor e le ragazze e i ragazzi con cui siamo partite, e ringraziare anche la nostra la scuola per averci dato le nozioni base per poter partire. Vivere in una società come la nostra, in cui non sempre si riesce ad avere un’idea chiara di quale sarà il nostro futuro è complicato, ma è stato emozionante vedere così tanti giovani pronti a mettersi in gioco a tutti i costi. Siamo tornate a casa, tristi per la fine dell’esperienza, ma con la consapevolezza che nonostante le difficoltà che si possono incontrare lungo percorso i sogni non sono mai irrealizzabili.                                                          

“Per aspera ad astra” attraverso le difficoltà verso le stelle.