CAPIRE/Il “tempo” nel tempo

Che cos’è il tempo? Non inteso come secondi o minuti, quelli li conosciamo tutti; ma il concetto di tempo, la concezione che tutto passa. La mira di questo articolo è proprio rispondere a questa domanda apparentemente semplice, viaggiando prima per la storia umana alla scoperta dei modi in cui è stato studiato e scandito.

Come da etimologia

Tempo, dal latino tempus, deriva dalla radice indoeuropea “tem-” che letteralmente significa “taglio” o “sezione”. Infatti il tempo che noi tutti conosciamo non è altro che una ripetizione continua di sezioni; grazie ad esso noi dividiamo (o da etimologia tagliamo) la vita in anni, mesi, giorni, fino ai secondi e via dicendo. Nella preistoria il tempo era scandito dalle stagioni e dalle ore di luce e buio che si alternavano; era tempo di mangiare quando si aveva fame e di dormire quando si aveva sonno, tutto molto semplice.

Il tempo… nel tempo

Con la rivoluzione agricola in piena fioritura, tra il terzo millennio avanti Cristo e l’anno zero, per la prima volta sulla faccia del pianeta nasce la necessità di dividere ulteriormente le giornate e le stagioni, così da poter prevedere l’innalzamento o il calo delle temperature e talvolta i periodi di fertilità o di pioggia. La scansione dell’anno e delle ore del giorno è qualcosa di molto antico: era circa il 2000 a.C. quando a Babilonia veniva suddiviso l’anno in 12 parti, tante quante sono le fasi lunari; e se l’anno si poteva dividere in dodici allora anche per il giorno e la notte si poteva utilizzare lo stesso criterio? Mentre i Babilonesi sviluppano quelli che conosciamo oggi come mesi e ore, in tutto il resto del Mediterraneo nascevano svariati modi di suddividere l’anno e il giorno: gli egizi si basavano sul Nilo e le sue piene (che rendevano fertile la terra), i Romani invece scandivano il tempo in maniera molto simile ai Babilonesi, anche loro grazie alle fasi lunari.

Non solo agricoltura

Le popolazioni si evolvono e con loro anche la scansione del tempo: nel 1800 a.C. i Babilonesi applicano un’ennesima riforma, dando vita alla settimana; questa però non nasce in funzione dell’agricoltura, bensì degli eventi religiosi. Stessa cosa faranno i Romani, ma in maniera assai più approfondita, definendo un preciso culto per ogni giornata dell’anno. Anche noi come i Romani facciamo la stessa cosa: ogni giorno ha un Santo di riferimento e uno in particolare è definito come giorno “di riposo”, cioè la domenica. Pensando alla società odierna il tempo viene suddiviso anche per scandire un altro aspetto della vita: il lavoro. Già dalla fine del medioevo i primi orologi cominciavano a comparire sui campanili delle chiese, anche se senza dei minuti, che verrà introdotta solo nel 1600. Il vero avvento dell’orologio nelle vite di tutti avverrà solo a metà del ‘700 con la rivoluzione industriale, in cui ogni lavoratore aveva un orario di lavoro da rispettare.

Il vero tempo

Oggi se si pensa al tempo si immagina l’orologio con le ore, i minuti e i secondi; ma come ho detto all’inizio dell’articolo non è ciò a cui bisogna pensare. Il tempo è qualcosa di astratto e non si può identificare con una semplice lancetta o un calendario; può passare velocemente o lentamente, ci sono moltissimi proverbi come “il tempo vola” che stanno ad indicare quanto possa essere soggettiva la percezione del tempo che scorre. Nel corso della storia alcuni hanno pensato che non esistesse, che fosse solo apparente. Per altri invece è strettamente legato alla materia. Forse è qualcosa di costante, legato alla materia e allo stesso tempo alla mente umana; in base alla situazione in cui si è viene percepito in maniera diversa. Ma in realtà non c’è una vera definizione; bensì ne esistono tante che lo osservano sotto molti punti di vista diversi, non possiamo definirlo con esattezza sotto tutti i punti di vista. Destinato forse ad essere un giorno compreso, o forse no.