BRUCIA L’AUSTRALIA/Nell’indifferenza globale continua la catastrofe climatica

Non è un buon inizio per l’Australia. Da diverse settimane il Paese è colpito da incendi molto grossi che hanno spinto il primo ministro dello stato australiano del New South Wales a dichiarare una settimana di stato di emergenza. Per lo stesso motivo diversi spettacoli pirotecnici previsti  per la notte di Capodanno sono stati annullati ma non quelli di Sidney che sono stati criticati duramente. Proprio in quelle ore la situazione è diventata sempre più critica, con temperature vicine ai 40 gradi e venti forti che hanno alimentato le fiamme.

Moltissime persone, negli stati del sud-est hanno cercato riparo dal fumo e dalle fiamme sulle spiagge. È stata disposta la chiusura della Princes Highway con il conseguente isolamento di molte località turistiche lungo la costa.

Dall’inizio della stagione degli incendi si contano 18 morti mentre solo nell’ultima settimana i dispersi sono arrivati 17. Oltre mille abitazioni sono state distrutte dalle fiamme e molti sono stati costretti a lasciare le zone di vacanza. Intanto, in attesa del nuovo picco di caldo, le autorità hanno dato 48 ore di tempo ai turisti per lasciare le zone della costa sudorientale del Paese, dove si temono nuovi incendi.

Le principali cause di questi roghi devastanti sarebbero infatti le alte temperature, i forti venti e la siccità. Per rispondere all’emergenza sono scese in campo anche le forze  armate con lo schieramento di militari, navi da guerra ed elicotteri da trasporto truppe che si occuperanno di trasferire le persone ammassate sulle spiagge. Finora la superficie distrutta dalle fiamme ha raggiunto quasi i 50mila metri quadrati, una superficie vasta come Piemonte e Lombardia insieme.

Numerosi gli appelli in tv di VIP e persone comuni, ma la vera causa di quest’emergenza – ossia i cambiamenti climatici negati da alcuni grandi potenti del pianeta – sembra lontana dall’essere davvero affrontata. Nel frattempo il nostro pianeta va incontro alla catastrofe.