FOIBE/L’atrocità nascosta

Ogni anno il 10 febbraio si svolge la giornata dedicata al ricordo dei Martiri delle Foibe.
La giornata è stata istituita molto dopo gli avvenimenti, risalenti alla Seconda Guerra Mondiale: infatti è stata creata dall’ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nel 2004; non fu facile da creare in passato perché c’è sempre stato un enorme fenomeno di negazione dei fatti.
-STORIA DELLE FOIBE
Purtroppo gli avvenimenti delle Foibe non sono molto conosciuti e l’obiettivo di questo articolo è appunto quello di fare luce sull’argomento.Che cosa vuol dire foiba e da dove deriva questo termine? Secondo il Ministero della cultura il termine deriva dal latino “fovea” e si è evoluta tramite delle corruzioni dialettali in “foiba” ossia una cavità con ingresso a strapiombo.
Nel 1918 l’impero Austroungarico si dissolve e il territorio diventa italiano.
Dopo la presa del potere di Benito Mussolini, il governo iniziò un forte processo di italianizzazione in tutti quei territori che ospitavano minoranze etno-linguistiche, tra cui l’Istria e la Dalmazia.
In questi territori nacque una feroce resistenza antifascista della popolazione slava locale (sloveni e croati), la quale subì una forte persecuzione politica da parte del regime.
Nell’aprile del 1941 un colpo di stato filo britannico a Belgrado chiamò l’attenzione dell’Asse Roma-Berlino che si mobilitò per invadere il Regno di Jugoslavia con grande successo.
Dopo l’annessione del Regno all’Asse si verificarono vari scontri tra i soldati nazifascisti e i nazionalisti serbi.
Nel 1943, dopo la resa dell’Italia, dei partigiani Jugoslavi comunisti assediarono alcune zone dell’Istria dove furono compiute gravi atrocità nei confronti di coloro che erano ritenuti nemici del popolo.
La prima apparizione delle Foibe avvenne qui, i partigiani jugoslavi buttavano -la maggior parte delle volte morti ma certe volte ancora vivi- tutti coloro che erano ritenuti nazisti, fascisti oppure tutti coloro che erano sospettati di aver collaborato con l’Asse.
Il primo di maggio 1945, Trieste viene occupata dai partigiani Titini che commisero violenze contro chiunque contrastasse i piani del maresciallo Tito; non si fermarono davanti a nulla e non fecero distinzione, non gli interessò se fossero fascisti o antifascisti, donne o uomini, anziani o giovani, civili o forze dell’ordine: se fossero stati contro l’occupazione di Trieste sarebbero stati considerati nemici e di conseguenza dovevano essere picchiati o uccisi nelle foibe.
Con l’occupazione di Trieste e l’espansione del dominio jugoslavo sul Venezia Giulia, nacquero le figure degli “ESULI” ossia coloro che provarono (non sempre con successo) a scappare dai territori controllati dal regime di Tito per evitare di finire giustiziati, rifugiandosi spesso in l’Italia.
L’11 giugno 1945 le forze del regime jugoslavo, sotto ordine di Tito, si ritirarono da Trieste, ma continuarono a controllare varie zone del Venezia Giulia. Dopo la liberazione di Trieste comparve la Questione Triestina grazie alla quale la città venne divisa in due zone: zona A -all’inizio sotto il controllo angloamericano ma poi restituito all’Italia- e la zona B -controllata dal governo di Belgrado.
-IL DISCORSO DEL PRESIDENTE
Come ogni anno il presidente della repubblica Sergio Mattarella nel 2024 fece un commovente discorso a proposito della giornata del ricordo.
La conferenza ha trattato di nove temi principali:
● Riflessione sul passato e sul dolore: Mattarella per iniziare ha voluto ricordare tutta la sofferenza degli italiani di Istria, Dalmazia e Fiume che durante la Seconda Guerra Mondiale molte a causa del dittatore Tito
● Conseguenze della guerra: il presidente ha anche evidenziato come la guerra (soprattutto la Prima e la Seconda Guerra Mondiale) ha segnato l’essere umano con lutti e devastazioni
● Violenza contro gli italiani: più di 300 mila italiani furono vittime di violenze da parte del Regno Jugoslavo e altrettanti furono costretti assimilarsi alla dittatura o emigrare da altre parti spesso scappando di notte prendendo le cose strettamente necessarie e lasciando tutto il resto li
● Mancato riconoscimento e indifferenza: è stata sottolineata la mancanza di un’accoglienza adeguata nei confronti degli esuli quando scappavano dalla dittatura jugoslava
● Importanza della memoria storica: andrebbe sempre più aumentata l’importanza di ricordare le sofferenze passate, non bisognerebbe mai dimenticare le vittime e non si dovrebbe mai ridurre la memoria storica
● Dialogo e riconciliazione: si vogliono prendere sempre più iniziative di dialogo e cooperazione tra le minoranze linguistiche tra i paesi coinvolti come ad esempio Italia o Slovenia
● Unione Europea e pace: un’altra mira del discorso era celebrare i successi dell’Unione Europea e propone anche dei nuovi programmi con i Paesi Balcanici
● Il futuro delle nuove generazioni: è stato sottolineato come le nuove generazioni stiano vivendo il progetto europeo di collaborazione e integrazione che negli anni si sta sviluppando sempre di più
● Impegni futuri: la Giornata del Ricordo è vista come un’opportunità per riflettere sulle lezioni che sono state imparate grazie agli eventi passati e bisogna continuare a costruire percorsi di amicizia e fratellanza tra i membri dell’Unione Europea.
Le parole spese dal presidente della Repubblica nel 2025 sono molto forti e non importa quando le ha pronunciate, sono parole importanti che rimarranno impresse nella mente delle persone.
-EGEA HAFFNER E GRAZIANO UDOVISI
Nata a Pola, in un contesto segnato da atti molto violenti, negli anni quaranta Egea Haffner è uno dei più celebri simboli dei martiri delle Foibe poiché è la protagonista della foto della bambina con la valigia su cui c’è scritto:“ESULE GIULIANA”.Purtroppo dopo gli eventi del 1943 fu costretta ad abbandonare la sua terra natia e dovette affrontare un lungo e doloroso esilio; nel 1945 suo padre -Kurt Haffner- fu uno dei tanti martiri delle Foibe e invece Egea, nel 1946, si trasferì a Cagliari con la madre dai parenti materni.
Graziano Udovisi nacque anche lui a Pola dove frequentò il corso di Allievo Ufficiale, diventò tenente della MDT (Milizia Difesa Territoriale) fino al 1945. Nell’ottobre del 1943 diventò Ufficiale Comandante del Presidio di Portole d’Istria e di Rovigo d’Istria; a fine della Seconda Guerra Mondiale tornò a Pola ma poi venne a sapere che gli slavi stavano cercando i suoi soldati.Il 13 maggio del 1945 venne incarcerato insieme ad un’altra trentina di soldati e, nella notte tra il 13 e il 14, venne prelevato dalla cella e venne torturato. Alla fine il 14 maggio venne trascinato sull’orlo della Foiba di Fianona per essere trucidato, ma si riuscì a liberarsi dal filo di ferro che gli legava le mani e si getta nella fossa; sul fondo trova una pozza d’acqua con la quale si salvò la vita e poi risalì fino in cima e sopravvisse.Successivamente viene processato presso il Tribunale di Trieste per collaborazionismo con l’invasore tedesco; ha provato a difendersi dichiarando che ha protetto il suolo italiano dal nemico slavo.Viene imprigionato ma poi liberato nel 1947 e da li in poi condusse una vita normale come insegnante di una scuola elementare.
È triste che il Giorno del Ricordo dei Martiri delle Foibe sia stato introdotto solo nel 2004, poichè migliaia di persone hanno perso la vita in questi eventi e, purtroppo, tutt’oggi non si conoscono ancora tutte le vittime.
Di Mattia Cioffi