Weed day, quello che (non) sapete

di Riccardo Ciuffreda

– È appena iniziata la terza edizione del progetto di Sharing e noi di #FridayFever, come gruppo, abbiamo deciso di occuparci del venerdì. Il caso ha voluto che il primo nostro approfondimento cadesse il 20 aprile, giorno particolare per migliaia di teenagers in tutto il mondo.

Non sai di che giorno si tratti e non ne hai mai sentito parlare?
Non preoccuparti, anche il 60% dei 20 intervistati tra studenti e professori del liceo “Da Vigo” non ha saputo rispondere alla questione.

Le origini

Il 20 aprile è il weed day, o “420” per i ragazzi anglosassoni, giorno in cui tantissimi consumatori di cannabis si riuniscono per spendere qualche ora insieme, legati dal loro interesse comune. Questa festa trova la sua origine negli anni ‘70 a San Rafael, in California, dove alcuni ragazzi, mossi dall’interesse comune di trovare una piantagione di cui avevano sentito parlare, si riunivano ogni giorno alle 4:20 del pomeriggio, al termine delle lezioni scolastiche. La ricerca non andó mai a buon fine, ma una cosa era ormai entrata nell’abitudine dei ragazzi: il ritrovarsi il pomeriggio per sentirsi parte di una comunità. 420 divenne anche il numero con cui parlare di marjiuana senza dare nell’occhio. Il consumo di cannabinoidi è da anni protagonista di controversie e discussioni.

Per questa ragione si é optato per il mezzo dell’intervista, interpellando chiunque avesse interesse nella partecipazione a tale dibattito.

Il sondaggio

Tra i tanti contrasti che si possono trovare, spiccano sicuramente i pareri sulla legalizzazione, sull’abuso e sugli effetti terapeutici.
“Anche se in alcuni paesi è legale ritengo sia equiparabile ad altre droghe più pesanti” ci dice Bora.
Di diversa opinione è Cosimo, che afferma: “A livello economico la legalizzazione sarebbe positiva per le casse dello stato e limiterebbe il contrabbando. Non Penso inoltre che l’uso di marijuana sia un’introduzione all’utilizzo di droghe pesanti.”
Secondo il “Fatto Quotidiano”, la legalizzazione porterebbe circa 600 milioni di euro netti nelle casse dello stato italiano.
È stato inoltre dimostrato che la dipendenza fisiologica non possa essere causata dalla cannabis, mentre la dipendenza psicologica, insieme ai suoi scompensi neurologici, sia sempre dietro l’angolo.
“Se si vuole fare uso di canne, lo si faccia, ma in privato. La droga va assunta in maniera consapevole, tutto fa male in eccessive quantità.” ci confida un professore.
Come dargli torto d’altronde?
Sappiamo che l’abuso di alcool, sostanza accettata e legalizzata sin dalla sua comparsa, provochi ogni anno migliaia di morti.
Ad esempio, sono stati 30 722 i decessi, in America, per abuso di whisky e simili.
Mentre, al 2018, non si registrano casi di morte legati all’ubuso di marijuana.
Si registra inoltre negli ultimi anni una tendenza all’ uso medico e terapeutico.
“L’uso indiscriminato fa male a causa delle disfunzioni sensoriali e psichiche, ma in ambito terapeutico va più che bene“ è dell opinione un altro docente.
Gli usi sono svariati in ambito medico: la stimolazione dell’ appetito dovuta al consumo di cannabis aiuta a combattere disturbi alimentari psicogeni come bulimia e anoressia.
I cannabinoidi aiutano inoltre a combattere depressione, Parkinson, demenza senile e deterioramento cognitivo, senza riportare effetti collaterali che potrebbero presentarsi con l’utilizzo di medicine tradizionali.

Considerazioni finali

Si possono avere, come abbiamo dimostrato attraverso le interviste, opinioni diverse e contrastanti sul tema, ma una cosa è certa: in un paese civilizzato come il nostro, si può essere ancora così poco sensibilizzati e informati su un argomento così delicato? L’impressione è che si stiano facendo grandi passi in avanti, ma si è ancora lontani da una conoscenza adeguata sull’argomento.
Perché un opinione riguardo all’ uso di cannabis, cosi come qualsiasi altra opinione, necessita sempre la giusta quantità di informazioni, nel bene e nel male.

 

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