Nuova Zelanda: perché ricordare le catastrofi

– di Valentina

 

Non si è parlato molto della forte scossa di terremoto che ha colpito la Nuova Zelanda domenica 13 novembre alle 23:02 (ora locale). Sappiamo soltanto che questo fenomeno imprevedibile ha avuto il suo ipocentro nell’Oceano Pacifico, a meno di 100 km a nord est di Christchurch e la scossa, secondo l’INGV, è stata di magnitudo 8,1, secondo l’agenzia neozelandese di 7,5. Fino ad ora si ha notizia soltanto di due vittime, una delle quali deceduta per un infarto, ma di molti feriti e di altrettanti danni alle abitazioni e alle infrastrutture.

Subito dopo la scossa, il timore maggiore è stato quello che potesse verificarsi uno tsunami distruttivo, ma fortunatamente gli effetti sono stati molto inferiori rispetto a quelli temuti e comunque le autorità avevano provveduto ad evacuare tutte le zone costiere in tempo, soprattutto volendo evitare le tragedie che erano avvenute precedentemente, in particolare modo quella del 26 dicembre 2004, che aveva provocato centinaia di migliaia di vittime. Quest’ultima, infatti, colpì una vasta zona dell’Oceano Indiano, le prime onde arrivarono 15-20 minuti dopo le scosse del terremoto (di magnitudo pari a 9,3) nella costa settentrionale dell’isola di Sumatra e dopo circa 2 ore hanno raggiunto sia l’India che lo Sri Lanka. È stato uno dei terremoti più devastanti mai avvenuti e ha provocato moltissime vittime, di conseguenza quello che tutto il mondo si è chiesto subito dopo è stato: si poteva evitare in qualche modo una tale perdita di vite umane? È proprio questa una delle principali domande che ci si pone in seguito a un terremoto o ad una qualsiasi altra calamità naturale, ma è veramente molto difficile prevedere tutto ciò in tempo. Se in quell’occasione le persone avessero avuto una maggiore consapevolezza degli effetti dello tsunami, il numero delle vittime avrebbe forse potuto essere inferiore. Probabilmente, questa immane tragedia verificatasi nel 2004 ha aiutato ad evitarne un’altra, quella di qualche giorno fa. Questo ci insegna che dagli errori si può sempre imparare, che il nostro passato non va dimenticato, ma ricordato sempre, anche per trarne il maggiore vantaggio possibile. Invito tutti a ricordare la terribile tragedia del 2004 nella speranza che non se ne verifichino altre della stessa portata catastrofica.

Nuova Zelanda: perché ricordare le catastrofi

Morto Fidel Castro, aveva 90 anni

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *