POLITICA/La rivolta dei giovani, cos’è il no Meloni day?

Venerdì 15 novembre 2024 in diverse città Italiane come Bologna, Torino e Milano si è svolto il “NO MELONI DAY, un giorno di protesta contro la presidente del consiglio. I protestanti erano per la maggior parte studenti iscritti all’Organizzazione Giovanile Comunista. Una di queste manifestazioni si è svolta nella città di  Bologna, in questa occasione durante la protesta sono stati mostrati dei poster della premier Giorgia Meloni e della ministra dell’Università e della Ricerca Anna Bernini imbrattati con delle mani ricoperte di sangue sulla faccia. Inoltre, anche  la NATO è stata tirata in causa, infatti è stato dato alle fiamme un simbolo dell’organizzazione e in coro al megafono i manifestanti urlavano: ‘Fuori l’Italia dalla NATO, fuori la NATO dall’Italia! Spostandoci verso Milano i fatti accaduti sono simili a quelli di Bologna. Infatti, anche in questo caso i volti della premier  Meloni e della ministra  Bernini sono stati imbrattati,  ma stavolta in aggiunta anche i volti di Valditara e della Orsini sono stati presi di mira. In questo caso, a differenza di ciò che è accaduto a Bologna, le critiche dei manifestanti non erano rivolte verso la NATO, bensì verso gli Stati Uniti, un’altra tematica che è stata messa in rilievo dai manifestanti è stata quella della causa palestinese. Difatti è stata appesa una bandiera della Palestina al Consolidato degli Stati Uniti.

Andando a Torino la manifestazione è stata  più movimentata rispetto a quelle di Bologna e Milano. La protesta si è svolta a piazza Castello dove, oltre 200 studenti, sono stati  respinti dalle forze dell’ordine. Anche qui sono stati esposti i ritratti del premier imbrattati e in aggiunta ci sono stati anche atti vandalici alla Mole Antonelliana e al Museo del Cinema. 15 agenti sono stati feriti da un ordigno urticante creato dai manifestanti che li ha portati in ospedale.

Bisogna ricordare che dare fuoco al fantoccio di un ministro è un azione che può avere gravi conseguenze per chi protesta.

Manifestare è un azione giusta e che a volte può portare dei benefici a chi protesta, ma sfociare nella violenza non è mai la soluzione adeguata.

 

Mattia Cioffi, Pietro Favetti