Rio 2016/La forza di Bebe, le paralimpiadi di tutti

Mercoledì 14 e venerdì 16 settembre alle ore 15 si svolgeranno le prime competizioni di fioretto (individuale e collettivo) per l’atleta Beatrice Vio,partecipante alla Paralimpiadi di Rio 2016, meglio conosciuta come “Bebe”.

Beatrice si è sempre interessata alla scherma. Ha iniziato a praticare questo sport da bambina con costanza e passione, ed il suo idolo più grande è sempre stata proprio Valentina Vezzali, che spesso incontrava a gare e manifestazioni.

Alla tenera età di 11 anni Bebe viene colpita da una meningite fulminante, che secondo i medici la porterà ad una morte quasi certa o a danni cerebrali gravissimi. A dispetto di ogni ipotesi medica Bebe si salva, seppur subendo l’amputazione degli arti ed avendo delle cicatrici sulla pelle alla malattia.

Nonostante tutto però Beatrice ce la fa, ed appena ripresa dalla grave malattia inizia ad allenarsi in carrozzina in previsione delle Paralimpiadi di Londra.

Ora è una bellissima ragazza di 19 anni, sveglia, intelligente e simpatica, con una grande voglia di fare. E’ impressionante come lei abbia reagito in maniera positiva a tutto ciò che le è accaduto. Purtroppo molte persone nelle sue condizioni “subiscono” la vita, la concepiscono quasi come un peso. Bebe invece ha voglia di vivere.

<<Non cambierei nulla di me>>dice durante un’intervista <<Ho imparato a piacermi, le mie cicatrici mi piacciono moltissimo, sono belle, quelle cicatrici sono io. Sono veramente fortunata e felice, come potrei non esserlo: solo il 3% sopravvive alla mia malattia ed io sono qui. Quando vedo chi come me è sopravvissuto ed è depresso, dico “corri, vai, goditela, la vita è fichissima”>>

Bebe ha progetti ben definiti per il suo futuro ed è intenzionata a realizzare i propri sogni.

Inoltre ha rivelato che vorrebbe partecipare alle Paralimpiadi di Tokyo e di Roma, diventare capo di Sky Sport e presidente del Coni nel 2028.

Insomma,come altre persone che hanno vissuto esperienze simili alla sua, Bebe è un vero esempio per tutti, sia per i giovani che per gli adulti, perché ci insegna a non abbatterci davanti alle difficoltà, grandi o piccole che siano, a rimanere noi stessi ed affrontare tutto con la massima serenità pensando “io ce la posso fare”.

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