SALUTE/Scuole aperte: una necessità di primo ordine

I genitori italiani sono disperati, mamme e papà non ne possono più, la richiesta è una sola: ” Fate tornare i nostri figli in classe!” . Ma il governo risponde che i contagi salgono, i reparti ospedalieri si riempiono, la curva epidemiologica non si abbassa e il virus è sempre tra di noi… Vero!

Ma la scuola c’entra poco, i vari  studi condotti da medici, epidemiologici e statistici sono chiari, in Italia la scuola è uno dei luoghi più sicuri rispetto alle possibilità di contagio, i protocolli vengono rispettati, le mascherine mai abbassate, le mani continuamente disinfettate, gli ingressi scaglionati, noi studenti abbiamo ubbidito e fatto tutto ciò che ci è stato chiesto di fare.

Ma niente, ogni giorno arrivano nuove disposizioni; scuole aperte, no anzi chiuse, elementari in presenza, licei no e medie un po’ sì un po’ no. La didattica a distanza ha sicuramente offerto grandi opportunità a noi ragazzi, che a causa della pandemia non abbiamo potuto recarci a scuola, ma ha anche portato con sé molte conseguenze.

Noi studenti italiani siamo quelli che, nell’ultimo anno, hanno avuto meno giorni in presenza in classe rispetto ai nostri colleghi europei. Un disastro per tutti, in primis per noi ragazzi ma anche per i nostri genitori, i quali, secondo il nostro governo, dovrebbero lavorare in smart working, rispettando consegne, orari e richieste di produzione, oppure lavorare fuori casa, perchè tra i nostri genitori ci sono medici, infermieri, insegnanti, cassieri, ecc. ecc.

In entrambi i casi, nel mentre che svolgono il loro lavoro, dovrebbero assistere i figli delle elementari nei collegamenti, preparare pranzi, preoccuparsi di lasciare tutto pronto e facilmente accessibile a noi ragazzi che siamo a casa anziché a scuola.

La DAD è diventata un incubo per tutti, grandi e piccoli, se l’anno scorso a noi ragazzi poteva sembrare un diversivo adesso siamo stanchi e sfiduciati, questa scuola – non scuola ci procura stati di ansia, il non poter socializzare e scambiare opinioni con i nostri compagni  ci preoccupa e ci demoralizza, tutto questo ci fa sentire più soli e la cosa peggiore è che non c’è una data precisa in cui poter sperare che tutto questo finisca, possiamo solo augurarci che la campagna vaccinale sia veloce ed efficace e che si possa arrivare quanto prima ad una copertura di massa, solo così potremo tutti riprendere in mano le nostre vite e tornare a vivere da adolescenti.