UIGURI/Il dramma dimenticato di un popolo amico

Gli uiguri sono una minoranza di religione turcofona e musulmana, che vive da secoli nella regione autonoma dello Xinjiang, in Cina nord-orientale. Oggi rappresentano la maggioranza relativa della popolazione, mentre il resto degli abitanti della regione sono cinesi di etnia Han e kazaki.

La lotta per l’indipendentismo uiguro ebbe origine nella prima metà del novecento, si proponeva come alternativa alla supremazia di coloro che detenevano il controllo della regione dello Xinjiang (i signori della guerra).

Durante la guerra civile cinese (1927-1950) gli uiguri provarono due volte a formare uno stato indipendente, con i rispettivi nomi di Prima e Seconda Repubblica del Turkestan Orientale, ma alla fine, venne unito alla Repubblica popolare cinese.

Tuttora la lotta per l’indipendenza uiguri è supportata sia dai panturchi (movimento che cerca di promuovere l’unione di tutti i popoli turchi) sia da gruppi di estremisti musulmani, alcuni attualmente presenti nella lista nera statunitense dei gruppi terroristici internazionali e sono responsabili di attacchi alla popolazione Han, all’esercito cinese e alle strutture governative presenti nello Xinjiang.

Nel 2001, la lotta su scala mondiale al Terrorismo Islamico ha coinvolto gruppi politici più vicini agli uiguri, ciò ha portato a una più violenta repressione da parte del governo cinese verso di loro, ed attualmente oltre un milione di uiguri e musulmani appartenenti ad altre minoranze etniche sono detenuti in quelli che le autorità cinesi hanno definito Centri di Istruzione e formazione professionale nella regione dello Xinjiang.

Questi campi di rieducazione sono formati da cancelli, muri circostanti, telecamere di sicurezza e guardie armate, risultando molto simili a delle prigioni.

Nel 2019 sono state classificate e rese pubbliche più di 400 pagine di documenti interni che forniscono una visione senza precedenti della continua repressione nello Xinjiang.

All’interno dei documenti si trova una guida che indicava agli ufficiali locali come comportarsi con i figli delle persone che venivano deportate nei campi di rieducazione e come rispondere alle loro domande, partendo dalla più ovvia: dove sono i miei genitori?

In sua difesa il Governo Cinese ha affermato che queste strutture sono state costruite allo scopo di combattere l’estremismo religioso violento.

Nello stesso anno gli ambasciatori delle Nazioni Unite di 22 nazioni hanno firmato una lettera che esortava il governo cinese di chiudere i campi. Mentre un’altra dichiarazione sarebbe stata firmata da 37 Stati che hanno espresso l’approvazione del “programma antiterrorismo” cinese nello Xinjiang, ma la lettera non è mai stata mostrata al pubblico.

Si possono trovare nel web dei video rilasciati da un giornale che si occupa di libertà religiosa e diritti umani in Cina, il Bitter Winter, criticato per il suo anticomunismo e ostilità al governo cinese, dove vengono mostrati i campi. Non si ha la certezza delle fonti tuttavia sembrano attendibili secondo alcune delle testimonianze fatte da persone che vi sono state rinchiuse.

Uno dei tre video rilasciati:

https://youtu.be/r2PT-RXxcT8

Anche la BBC ha rilasciato dei video al riguardo, due in particolare, uno dove indagano e mostrano un possibile campo di rieducazione, il secondo invece è stato trovato su un canale YouTube di cui non si sa quasi nulla, se non che proviene dalla Cina. Il video mostra dei prigionieri bendati e legati che vengono fatti salire alcuni treni con destinazione verso i campi di rieducazione, dove subirebbero torture, lavaggio del cervello, privazioni dei diritti umani, aborti e sterilizzazione per le donne. Questo video è stato trasmesso in tv dalla BBC durante un’intervista al diplomatico cinese Liu Xiaoming che colto alla sprovvista, ha negato tutto affermando che nello Xinjiang si vive una vita felice e che la Cina è contraria a tutte le forme di discriminazione verso qualsiasi etnia.

https://youtu.be/qmvyjwLxC5I

https://youtu.be/gGYoeJ5U7cQ

https://video.repubblica.it/mondo/bbc-mostra-in-diretta-all-ambasciatore-cinese-il-video-degli-uiguri-deportati-il-diplomatico-nega-tutto/364307/364863