CULTURA/Le serpi di bronzo ritornano a brillare

Dalla terra emergono serpenti divinatori a San Casciano dei Bagni

Durante la campagna di scavi svolta tra giugno e dicembre a San Casciano dei Bagni in Toscana gli archeologi hanno rinvenuto un tesoro molto ricco che comprende statue, monete e gioielli in oro, alcuni caratterizzati da iscrizioni.
Molti dei reperti sono emersi dal fondo della vasca “del Bagno Grande” in cui, prima gli etruschi e poi i romani, si recavano per fare offerte ed interrogare l’oracolo.
Il team che ha guidato gli scavi era composto dal direttore dello scavo Emanuele Mariotti, da Jacopo Tabolli, professore dell’Università per Stranieri di Siena e da Ada Salvi, responsabile per la soprintendenza.

I SERPENTI DIVINATORI

Nel sito archeologico è stata trovata un’impressionante quantità di serpenti in bronzo, tra cui uno lungo quasi un metro.
Questo esemplare, insieme agli altri ritrovamenti, aumenta il fascino misterioso del sito, già noto per le magnifiche statue di bronzo rinvenute in passato.
La serpe è un demone buono, di quelli che i romani definivano agatodemoni.
La sua collocazione qui ha un senso, infatti era stato deposto nel punto in cui sgorgava l’acqua, perché con le sue spire rappresentava la sacralità della fonte.
Gli archeologi sottolineano che il serpente è associato da tempi molto antichi alla divinazione, perciò il suo ritrovamento è la conferma che si veniva alla fonte anche per interrogare il serpente, e quindi, di conseguenza, la fonte, sul futuro.
Tra i reperti emersi c’è anche una statua del II sec. a.C, che raffigura un bambino ritratto in piedi mentre tiene sulla mano una palla che si muove ruotando sul palmo. Anche questo, come il serpente, sembra legato alla divinazione. Gli esperti spiegano che alcuni bambini avevano il ruolo di piccoli auguri, sottolineando che il bimbo della statua indossa un braccialetto a forma di serpente, che, come spiegato in precedenza, è un simbolo di divinazione.
Tra le altre offerte restituite dal fango sono comparse anche alcune ninfe in bronzo e delle iscrizioni, oltre a tantissime uova di gallina, alcune anche incredibilmente integre.
E poi sono state trovate anche oltre 10mila monete d’oro ammassate come se fossero state immerse in grandi contenitori che nei secoli si sono però dissolti, corone d’oro, una integra, mentre l’altra in frammenti, un anello con l’ambra ed altri gioielli.
Sono state rinvenute anche statue e teste in bronzo con delle iscrizioni in etrusco o in latino, che testimoniano l’importanza di questo luogo come centro di culto e scambio tra le civiltà etrusca e romana.

Michela Argenti

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