MONDI/Ma che diavolo di Natale è?

Usi e costumi natalizi insoliti in giro per il mondo.
In Italia siamo abituati a vivere il Natale con presepi, alberi decorati, luci colorate, cene di tante portate, lo scambio di regali e cibi tradizionali. Ma come festeggiano questo periodo altri paesi europei, asiatici e sudamericani? Tratteremo di questo tema adesso.
Altri paesi celebrano questa festività in modi molto diversi dal nostro: in Australia, ad esempio, si festeggia spesso in spiaggia perché a dicembre è estate nell’emisfero australe.
In questo articolo andremo a parlare dei seguenti paesi:
Austria
Cina
Danimarca
Guatemala
Haiti
Austria
Nonostante questo paese sia molto vicino a noi e abbia molte tradizioni comuni all’Italia (per esempio i mercatini di Natale e i presepi), ha molti costumi che sono differenti dai nostri.
San Nicolò e il Krampus
Ne sono esempio le figure di San Nicolò e del Krampus: il primo è l’equivalente del nostro Babbo Natale, che, il 6 dicembre, passa di casa in casa a portare regali per i bambini buoni; il secondo, invece, spaventa quelli “cattivi”.
Ogni anno le strade si riempiono di sfilate di persone che si vestono come questa creatura che rappresenta il demone che San Nicolò sconfisse e costrinse alla servitù.
I Tre Magi
Importanti figure durante il Natale austriaco sono, inoltre, le figure dei Tre Magi: i bambini si travestono da Gaspare, Baldassare o Melchiorre e vanno di casa in casa a chiedere dei soldi da dare in beneficenza.
Le tradizioni austriache educano quindi i bambini a comportarsi bene per essere ricompensati, ma anche di essere generosi nei confronti dell’altro.
Cina
Il Natale in Cina non è una festività ufficiale: nella maggior parte delle sue regioni non si festeggia e, in altre dove si celebra, dura solo un giorno (25 dicembre): non esiste una Vigilia di Natale e non si comincia ad addobbare a inizio dicembre come si fa spesso in occidente, inoltre non è una festività religiosa. Questo però non significa che non si celebri proprio: la comunità cinese che lo festeggia infatti ha delle interessanti usanze di cui andremo a parlare adesso.
Mele per Natale
La mela è il regalo più popolare durante questa celebrazione perché la parola “Natale” in cinese mandarino – “Pìng’an yè”, ha una pronuncia molto simile alla parola mela – “pìng guo” (che a sua volta assomiglia alla parola pace).
Per questa ragione spesso si regalano mele ed un messaggio, tutti e due incartati, alle persone a cui si vuole bene. La quantità di carta utilizzata per coprire il frutto rappresenta la profondità dell’affezione che si ha per l’altro.
Il Natale per le coppie cinesi
Inoltre questo giorno speciale per molte coppie cinesi è visto come un “secondo” San Valentino: trovano il Natale come un’occasione per stare insieme, uscire, scambiarsi regali e frasi amorose e andare a mangiare in ristoranti.
Questa festività, però, non è solo vista in un modo positivo dalle persone che vivono in Cina: molti credono che abbia un impatto negativo perché è una tradizione occidentale che potrebbe corrompere la cultura e i costumi cinesi.
Danimarca
In Danimarca il Natale si festeggia il 24 dicembre e il 25 dicembre non si fa niente. È costume prendersi per mano e girare intorno all’albero mentre si cantano canzoni natalizie. L’albero in questione viene pure decorato con candele!
Il Risalamande
Il dolce tradizionale Risalamande è molto comune durante le grandi cene che si fanno durante la Vigilia di Natale: fatto di porridge di riso, panna montata e pezzi di mandorla, viene servito in diverse ciotole e chi riesce a trovare una mandorla intatta vince un piccolo regalo in più.
Santa Lucia
Un’altra usanza natalizia danese è la celebrazione di Santa Lucia, il 13 dicembre, che viene fatta attraverso una processione nelle scuole: bambini e bambine si vestono con lunghe tuniche bianche e una bambina in particolare indossa una corona di candele e porta con sé una fiaccola – rappresentando la santa, e sta davanti a tutti gli altri. Coloro che la seguono sono in fila e divisi a coppie. Ognuno cammina allo stesso ritmo cantando l’inno a Santa Lucia.
Guatemala
In Guatemala il Natale è un periodo molto importante. Porta con sé affascinanti usanze natalizie che in Italia non conosciamo affatto.
Quema de Diablo
Le celebrazioni cominciano già il 7 di dicembre durante la cosiddetta “Quema de Diablo” in cui la figura del diavolo (spesso in forma di piñata) viene bruciata insieme ad altri oggetti vecchi trovati in casa che non si utilizzano più perché è credenza che il diavolo le impossessi.
Posadas Navideñas
Dopodiché dal 16 al 24 dicembre c’è il periodo delle “Posadas Navideñas”: piccole processioni che raffigurano il viaggio di Giuseppe e Maria da Nazareth a Gerusalemme. I bambini spesso portano in mano piccole statuette dei due personaggi biblici, mentre gli adulti portano fiaccole, e, insieme, cantano canzoni tradizionali che hanno accompagnato questo evento per generazioni. Questa tradizione nacque in Spagna e venne poi portata in vari paesi del Sud America.
Noche Buena
Il 24 dicembre, a mezzanotte, si festeggia la “Noche Buena” con fuochi d’artificio, piccoli petardi e una cena con famiglia e amici. In alcune chiese vengono anche fatte partire bombe carta chiamate “bombas”. Alla fine della festa vengono aperti i regali.
Dia de Reyes
La cerimonia natalizia in Guatemala si conclude con il “Dia de Reyes” – un giorno dedicato ai Tre Magi: i bambini posano le loro scarpe vicino al presepe o all’albero di Natale la sera del 5 gennaio e poi, la mattina seguente, aprono dei piccoli regali portati dai Tre Magi e posati nelle loro scarpe.
Haiti
A Haiti il Natale viene festeggiato come occasione per stare insieme alla famiglia ed essere generosi e grati. Si celebra soprattutto la nascita di Gesù attraverso lunghe messe in chiesa.
Lampade fatte a mano
Una delle tradizioni più interessanti è quella delle lampade fatte a mano.
Le famiglie di Haiti, infatti, durante le cerimonie di Natale costruiscono delle lampade in carta che spesso prendono forma di case, chiese o animali. Questa usanza è durata più di cento anni.
Scarpe riempite di Paglia
Durante la Vigilia di Natale, invece, i bambini mettono le loro scarpe piene di paglia fuori di casa e aspettano che Tonton Nwèl (Babbo Natale) la sostituisca con piccoli regali. I genitori spesso regalano vestiti e piccoli doni per far ricordare ai figli che il Natale è basato sulla generosità e sulla gratitudine, e non sulla parte materialistica di esso. Mentre sono in attesa, i bambini di Haiti spesso giocano tutta la notte o fanno parte di messe in chiesa con la loro famiglia.
Il 25 dicembre le persone che non sono andate a messa la sera prima vanno in chiesa.
Le culture esistenti sono infinite, così come i modi di festeggiare il Natale. Settimana prossima viaggeremo ancora per il mondo in cerca di nuove tradizioni e curiosità natalizie. Alla prossima settimana!
Di Gaia Borsani Ucci