La percezione dell’arte e della storia dell’arte: un sondaggio

Apprezziamo davvero l’arte? Riusciamo a comprenderne davvero il significato? Come il nostro contesto sociale influenza la nostra visione dell’arte? Siamo disposti ad apprendere il corretto modo di visionare le opere d’arte tramite lo studio o preferiamo rimanere nell’ignoranza e pensare che l’arte non abbia alcuna utilità? Queste sono le domande che potrebbero emergere leggendo il sondaggio di arte proposto ad alcune classi del liceo. Studenti e studentesse sono stati incaricati di proporre una co più copie del sondaggio a parenti, amici, ma anche a sconosciuti. È interessante osservare come molti intervistati abbiano trovato l’iniziativa stimolante e abbiano risposto alle domande con una grande apertura verso l’arte, a mio parere, quasi in modo eccessivo. Un dubbio mi sorge spontaneo. Come è possibile allora che, secondo l’opinione comune, al giorno d’oggi il ruolo dell’artista sia in degrado e che l’arte, soprattutto contemporanea, non venga spesso riconosciuta? Penso che una gran parte degli interessati abbia risposto in modo sincero, ma allo stesso tempo non sia stata esposta in modo diretto e quasi implicito alle questioni proposte. Cosa sarebbe successo se si fossero trovati davanti alcuni dei più grandi esempi di arte contemporanea? L’avrebbero ancora considerata arte valida? Sentiamo ancora troppo spesso frasi come “l’avrei potuto fare anche io!” per commentare opere che, dietro la loro semplicità, nascondono un ragionamento complesso, come le installazioni di Maurizio Cattelan o le tele di Lucio Fontana. Opere come “Merda d’Artista” di Piero Manzoni, apparentemente grottesche e bizzarre, sono ancora fonte di sconcerto e disprezzo. A malincuore, dubito fortemente che, alla vista di opere simili, i risultati del sondaggio sarebbero rimasti tali. “Capisci l’arte contemporanea?” Questa domanda mi ha colpita maggiormente e, di rimando, un’altra questione mi è venuta in mente: potremmo mai capire l’arte, soprattutto contemporanea? Come ho detto in precedenza, le opere di arte contemporanea nascondo un processo di pensiero estremamente complesso che solo la mente che l’ha partorito può capire totalmente. Perché ciò che non capiamo ci disgusta invece di affascinarci e incuriosirci? Davanti all’ incomprensibile, dovremmo trovare l’analisi dell’opera ancora più stimolante. Secondo me storia dell’arte è una materia importante nelle scuole proprio per questo: per abituarci a cercare oltre l’apparenza di un’opera e di conseguenza utilizzare la stessa logica nella vita quotidiana.

La mia esperienza con il sondaggio è stata probabilmente diversa da molti dei miei compagni.L’ho proposto ad alcuni amici, i quali hanno trovato alcune delle domande scontate e altre troppo costrittive essendo loro molto vicini al mondo dell’arte; infatti persone con una particolare attitudine per l’arte non ne hanno una visione circoscritta e sono maggiormente aperti alle nuove tecniche e tipologie che al giorno d’oggi stanno prendendo spazio in questo campo. Nel corso del tempo, il concetto di arte è progressivamente divenuto più ampio e indefinito, soprattutto nell’epoca contemporanea in cui gli artisti non sono sottoposti ad alcuna costrizione esplicita come invece succedeva in epoche passate con gli svariati canoni da rispettare. Dunque, che cos’è l’arte? È una domanda a cui non è facile rispondere, ma, a parer mio, possiamo aiutarci facendo una distinzione tra la propria concezione personale e la schietta definizione. Infatti se rispondessimo esprimendo il nostro  soggettivo concetto di arte, escluderemmo inconsciamente alcune opere d’arte soprattutto “antiquate” in quanto condizionati dalle esigenze, ormai cambiate, della nostra società. Se noi invece intendessimo dare una definizione più specifica, potremmo coinvolgere tutto ciò che è ed è stato definito arte nella storia. Una creazione non é arte se ha un messaggio, é arte se rappresenta la realtà, la natura, una sensazione, un’emozione, un messaggio… qualsiasi cosa.

Margherita Bagnato

Sondaggio di Arte – clicca e guarda le risposte!

Quando si fa lezione di storia dell’arte, capita spesso di pensare a cosa direbbe, riguardo un qualsiasi artista e relativa opera, un ipotetico pubblico al di fuori del gruppo classe: noi studiamo la materia, si insegnano i pensieri e gli ideali dell’artista e il suo linguaggio. Ma cosa pensa la gente, fuori dalla scuola? Tenendo inoltre in considerazione il fatto che lo studio della storia dell’arte non è in tutti gli indirizzi scolastici ma che molti pensano di essere grandi esperti (giovani, ma soprattutto non giovani), che spesso il pubblico si ferma all’apparenza dell’opera d’arte e che si è oggi ancora molto legati, anche inconsciamente, a parametri di bellezza superficiale non prendendo in considerazione l’utilità e il fatto che l’opera è rappresentazione di una determinata società in un determinato ambiente storico e culturale, viene da chiedersi quale sia il pensiero di chi a scuola non è. Coloro che sono al di fuori della scuola e che magari non hanno mai studiato arte: del resto il rischio è spesso quello di credere che tutti noi sia abbia la stessa formazione e quindi dare per scontate alcune conoscenze. La curiosità è proprio questa: in un Paese come il nostro, che detiene una bella porzione di beni artistici del mondo intero, il signore che beve ogni mattina il caffè vicino a me, la signora che fa passeggiare il cane, la sorellina del compagno di banco, la compagna di squadra, il mio miglior amico, mamma, papà, nonno e nonna… cosa pensano dell’arte? Cosa pensano che sia? La conoscono? Pensano di conoscerla? Hanno avuto la possibilità di studiarla? Ed ecco la ragione per cui è stato creato questo sondaggio a cui hanno risposto circa un centinaio di persone.

Giorgia Morriello

In questo sondaggio sono state coinvolte cinque classi del liceo Nicoloso da Recco, classi quarte e quinte, dove ogni studente ha intervistato due persone da lui/lei scelte, quindi il risultato è che sono state rilevate le opinioni di un buon numero di utenti di ogni età e formazione. Dal punto di vista tecnico, estrapolare i dati scritti su carta è stato abbastanza disagevole, soprattutto se si pensa alle possibilità che offre un qualsiasi strumento digitale: il ragionamento di base per cui si è deciso di svolgere il sondaggio su carta è dovuto al necessario confronto tra intervistatore e intervistato ma come agilità di analisi dei dati, è una scelta pessima. La rendicontazione dei dati è stata fatta con un lavoro meccanico e ripetitivo, certamente non difficile ma nemmeno entusiasmante. Usando Google Fogli si sono costruiti grafici di facile comprensione per poterli allegare a questo articolo: è risultato evidente che una fetta di intervistati ha risposto alle domande in modo superficiale, bisognerebbe capire se a causa di mancate competenze o per mancanza di voglia e rispetto; fortunatamente una parte di essi ha dimostrato, oltre che gentilezza nei confronti di chi lo ha proposto, anche una grande attenzione. A mio parere sarebbe stato interessante chiedere una autovalutazione relativa all’impegno posto nel sondaggio e un parere riguardo alla propria conoscenza di storia dell’arte all’intervistato.

Andrea Morello

La percezione dell’arte e della storia dell’arte: un sondaggio

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