SUICIDIO ASSISTITO/Intervista a due medici in erba

di Emanuele Canessa
– Dopo l’ultimo caso di suicidio assistito da parte di Dj Fabo, questo argomento é tornato ad essere tra i più dibattuti, soprattutto in Italia. In Europa non tutti gli Stati sono contrari, ma altri, come il nostro, preferiscono non legalizzarlo. I pareri umani e quelli medici, spesso, discordano su questo argomento, perciò oggi sentiamo cos’hanno da dire due studenti della facoltà di medicina di Genova, i quali rispecchiano un ottimo punto d’incontro tra i due poli.

*L’INTERVISTA*
Domanda 1:  Basandovi sull’esperienza di Dj Fabo, pensate che la decisione che ha preso sia giusta?
Risposta:  Dal punto di vista umano, pensiamo che non si possa concepire una tale decisione, non trovandoci in questa situazione, ma possiamo assolutamente motivarla. Dal punto di vista medico, pensiamo che lo avremmo “curato” nel più ampio senso del termine. Non intendendo, quindi, la cura dei soli sintomi, laddove possibile, ma tentando di salvaguardare la sua salute psicologica.
Domanda 2: Cosa pensate del suicidio assistito? Credete sarebbe giusto legalizzarlo in Italia? Perché?
Risposta:  É doveroso avere una legge che lo permetta, perché è inconcepibile che una persona debba emigrare per togliersi la vita. Non ultimo, sarebbe da vedere come una legge applicabile e non da applicare.
Domanda 3: Pensate che personaggi di una certa fama, come in questo caso, con i loro gesti possano influenzare persone nella loro stessa situazione?
Risposta:  È inevitabile che un gesto del genere possa portare persone nella stessa situazione a portare avanti tale idea. Tuttavia, non crediamo che questo fosse il suo intento, bensì un effetto collaterale del suo vero intento, ossia portare avanti una discussione che, almeno in Italia, non è ancora stata resa possibile.