GUERRA/Che cosa c’è sotto?
Le tensioni tra Russia e Ucraina, nonostante i diversi interventi diplomatici, sono sfociate in guerra. Il presidente russo Vladimir Putin, all’alba di giovedì 24 febbraio, ha autorizzato “un’operazione militare speciale”, ordinando l’ingresso delle truppe nelle regioni del Donbass. Ma le profonde cause del conflitto affondano le loro radici nel passato.
Da cosa è nato il conflitto?
È necessario innanzitutto chiarire che le tensioni tra Mosca e Kiev vanno avanti da anni. La Russia considera l’Ucraina parte della sua sfera di influenza e bisogna tenere presente che molti ucraini parlano russo come prima lingua, nati quando il Paese faceva ancora parte del dell’Unione Sovietica. La crisi che si sta verificando oggi, ha visto un importante svolta nel 2014, quando, in seguito a mesi di proteste, il popolo ucraino ha cacciato il presidente filorusso Viktor Yanukovich, che si rifiutò di firmare il trattato di associazione fra Ucraina e Unione Europea, per instaurare un governo filoeuropeo. Al suo posto venne eletto Petro Poroshenko, più vicino all’Occidente e mal visto da Mosca. Putin rispose aggregando la Crimea e incitando la rivolta dei separasti filorussi nel Donbass. Successivamente, nel 2015, Russia e Ucraina firmarono in Bielorussia gli Accordi di Minsk, che prevedevano il cessate il fuoco, il ritiro delle armi pesanti, il dialogo sull’autonomia delle repubbliche del Donbass, grazia e amnistia per i prigionieri di guerra e lo scambio di ostaggi militari. Da allora le tensioni sono rimaste, senza esplodere fino a oggi. Ma il conflitto ha radici ancora più antiche.
Le motivazioni storiche di Putin e la visione russa
Il 21 febbraio, Putin ha deciso di riconoscere l’indipendenza delle repubbliche separatiste ucraine, Lugansk e Donetsk, ordinando di schierare le forze armate per “assicurare la pace”. Nel suo discorso il leader russo ha sottolineato che russi e ucraini costituiscono un’unica nazione e che l’Ucraina è parte integrante della loro storia e cultura. Storicamente l’identità russa, la sua cultura e il suo popolo nascono proprio in territorio ucraino da un insieme di tribù slave e baltiche, che solo in seguito si spostò nei territori dell’attuale Russia. Quest’ultima imporrà la sua egemonia sul territorio ucraino nel 500 con Ivan il Terribile.
A partire dagli ’90 sono state tre le grandi rivoluzioni in Ucraina: quella del 1990, per chiedere libere elezioni; la rivoluzione arancione del 2004, per denunciare i brogli elettorali da parte dei russi e infine la rivoluzione della dignità, tra il 2013 e il 2014, pro europea, dopo la sospensione dell’accordo tra Ucraina e Ue.
Anche la questione della lingua è importante. Infatti in Ucraina si parla, soprattutto a est, il russo e l’ucraino a ovest, ma la maggior parte della popolazione le parla entrambe. Su questo fatto insiste molto anche la propaganda russa.
Il ruolo della Nato
Già dal 2008 Kiev spinge per entrare nella Nato, ma, per il momento, il suo ingresso nell’Alleanza atlantica è improbabile. Nonostante ciò, Mosca si oppone con forza a questa possibilità, temendo che i Paesi occidentali, Usa su tutti, possano servirsi del territorio ucraino per posizionare basi e centrali. Insomma, la Russia vuole mantenere la sua sfera d’influenza nell’area circostante.
Il timore della Russia
Il più grande timore del Cremlino è l’ingresso dell’Ucraina nella Nato, che per quanto improbabile nell’immediato, sarebbe comunque una possibilità futura. Putin, infatti, aveva addirittura richiesto una rassicurazione scritta che l’Ucraina non sarebbe mai entrata a far parte della Nato. Una rassicurazione che, però, non può arrivare, in quanto ne violerebbe il trattato. Nel concreto, Mosca vuole che la Nato limiti il suo potere nell’Est Europa, ritirando le truppe e i missili dalla Polonia e dalle altre repubbliche baltiche.
La posizione degli Stati Uniti e gli interessi della Cina
Importante è anche la posizione degli Stati Uniti, storici nemici della Russia di Putin sin dalla guerra fredda. Il presidente americano Joe Biden ha più volte ribadito la posizione della Casa Bianca, confermando il suo impegno nel garantire la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina.
Intanto la guerra esce anche dai confini europei perché anche la Cina sta osservando con attenzione l’evolversi del conflitto. Di recente si sta parlando molto del ruolo che può aver avuto il Paese di Xi Jinping, poiché negli ultimi sei mesi del 2021 si è reso protagonista di manovre inusuali, che all’epoca sembravano non avere alcun senso, primo fra tutte l’acquisto e lo stoccaggio di mais e grano in tempi non sospetti.