SRI LANKA/La violenza e la morte si abbattono sulla Pasqua

La mattina di Pasqua lo Sri Lanka, un’isola a sud dell’India, è stato sconvolto da una serie di azioni brutali, di probabile matrice terroristica, che hanno posto fine alla vita di 290 persone, causando anche più di 500 feriti.

Che cosa è successo di preciso?

A Colombo, capitale del paese, si sono verificate otto esplosioni che hanno colpito luoghi pubblici, tra cui chiese e hotel di lusso; provocando quindi non solo morte e dolore alle persone locali, ma anche a 35 turisti.

Le prime sei esplosioni sono avvenute contemporaneamente, circa alle 9.30; dopo poco ne sono seguite altre due, una nella zona di Dehiwala e infine una nel sobborgo di Dematagoda. Secondo i piani degli attentatori un’altra esplosione avrebbe dovuto colpire l’aeroporto, ma la bomba è stata trovata in tempo e disinnescata dagli artificieri. In seguito sono stati ritrovati 87 detonatori nei pressi della principale stazione degli autobus.

Ci sono sospettati?

A distanza di ore dagli episodi non c’è ancora alcuna rivendicazione, ma nel giro di poco si è potuto risalire a 24 persone, ora indagate per l’accaduto. Si tratterebbe di membri del gruppo terroristico islamico srilankese “National Thowheed Jamath”, riconducibile all’ISIS.

La polizia è arrivata a questa ipotesi analizzando diversi messaggi pubblicati successivamente sui social; dal loro contenuto sembrerebbe che gli attacchi nello Sri Lanka siano stati una ritorsione contro i due attentati compiuti in due moschee in Nuova Zelanda a marzo. Si pensa che più della metà degli attacchi di Pasqua sia opera di Kamikaze.

Che provvedimenti ha preso lo stato?

Dopo gli attentati tutte le piattaforme social sono state oscurate ed è stato decretato un coprifuoco di dodici ore, consigliando alla popolazione di non uscire comunque di casa anche successivamente. I controlli sono aumentati, sia in zona aeroporto, sia in numerosi luoghi pubblici e di culto, per essere certi che non ci fossero altre bombe pronte ad esplodere o altri kamikaze.

Per tutto il resto della giornata non ci sono state celebrazioni nelle chiese, tutti si sono ritirati in silenzio nelle proprie abitazioni: chi spaventato, chi addolorato e chi ancora completamente sotto shock.

Questi attentati arrivano come un fulmine a ciel sereno dopo quasi 10 anni di relativa tranquillità religiosa nel paese; in precedenza lo Sri Lanka aveva sofferto un lunghissimo periodo di guerra civile cruenta tra la maggioranza Buddhista e la minoranza Induista dei Tamil.

Questi attentati di probabile origine islamica dimostrano che ancora le tensioni religiose nel paese sono forti e che uno stato che impone una sola religione schiacciando le minoranze provoca una lunga scia di odio.