Anoressia e Bulimia/Il dottor Fassino ci parla del Day hospital

di Camilla Poli

– Molti adolescenti sono soggetti a due malattie psicologiche di gravi conseguenze e legate all’ambito alimentare: l’anoressia e la bulimia. Entrambe, per la maggior parte delle volte, vengono curate in cliniche terapeutiche. Tuttavia, secondo il medico Fassino, esiste una cura alternativa meno costosa ed altrettanto efficiente.

Di cosa si tratta?

Il cosiddetto “day hospital” è una modalità organizzativa di assistenza ospedaliera nella quale il paziente rimane nella struttura solo il tempo necessario per terapie giornaliere o di mezza giornata, non occupando un posto letto per passare la notte nella struttura.
I pazienti vengono curati attraverso cure mediche ad alta specializzazione, ma anche attraverso un intenso lavoro psicoterapeutico che permette inoltre l’integrazione con altre persone soggette allo stesso problema.

Anoressia e bulimia: le parole del dottor Fassino

Secondo il dottore si tratta di malattie  psicologiche che nascono dalla volontà di molte ragazze che si costringono ad essere perfette, o che sono soggette a stress di vario tipo.
Ultimamente però, secondo le parole  del professore, sono anche gli uomini a soffrirne. Infatti, soggetti ad una vita stressante, non vedono vie di fuga. I maschi con questo problema costituiscono il 15% della popolazione avente questi problemi , ma soltanto il 5% hanno fatto ricorso al Day hospital.

Il Day hospital ed i suoi vantaggi

Fassino parla di questa modalità organizzativa come un’alternativa alle cure terapeutiche, di efficacia minore e di costo maggiore. Dal dottore e altri colleghi come Giovanni Abbate Daga, sono stati studiati i migliori metodi di cura contro queste malattie e hanno trovato nel Day hospital i risultati desiderati. I pazienti  non devono passare le notti nella struttura e la permanenza nella comunità ha una durata di circa 5 anni. Nella “casa di salute” la durata dei trattamenti riabilitativi è di 6 mesi.

Il Day hospital ed i suoi risultati

Uno studio recente che ha preso in considerazione i pazienti della European Eating Disorders Review torinese, rivela che il 25 % delle ragazze che si è rivolta alla Città della salute ha risolto il problema. L’80% ha risposto in modo positivo alle cure e solo il 15% non ha continuato le cure.
Dopo un anno dalla dimissione il 25% dei pazienti sono guariti.

Molto spesso, questi disturbi, sembrano essere più grandi delle persone che sono costrette ad affrontarli. Ma se si vuole si può tutto ed anche di fronte ciò bisogna ripetersi: “devo farcela”.

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