COPERTINA/Finalmente è tregua

Dopo 15 mesi di conflitti, ostaggi, bombardamenti, carri armati e violazioni dei diritti umani è stata finalmente raggiunta una tregua tra Israele e Hamas. Il 16 gennaio le due parti si sono riuniti e hanno emanato una tregua.

Tutto il mondo ha un’unica speranza: che questa tregua si possa veramente attuare e che possa essere duratura e definitiva.

Non solo Israele e Palestina sono stati coinvolti in questa faida, purtroppo tutto il mondo è stato risucchiato da questo vortice senza fine che è la guerra da cui ahimè non è facile uscire.

LA GOCCIA CHE HA FATTO TRABOCCARE IL VASO

È tutto iniziato il 7 ottobre 2023 quando, in un periodo in cui la tensione era a dei livelli estremi, Hamas ha lanciato più di 5 mila razzi verso Israele nel giro di venti minuti.

Israele ha risposto all’attacco molto velocemente e, come ha sempre fatto, ha dato prova che non è uno stato con cui si può scherzare.

Possiamo definire questo avvenimento non come la causa della guerra perché, come ben sappiamo, i conflitti tra Israele e Palestina hanno radici molto profonde, bensì possiamo definirlo come il fenomeno scatenante di questo conflitto.

GLI SVILUPPI DELLA GUERRA

Israele e Hamas si sono attaccati allo sfinimento e hanno subito danni irreparabili.

Sfortunatamente questa logorante guerra ha coinvolto non solo i cittadini arruolati nell’esercito o comunque attivisti ma anche innocenti, infatti, una delle armi più usate dalle due nazioni sono stati gli ostaggi; numerosissimi sono gli ostaggi che sono stati catturati e, per sfortuna delle famiglie, uccisi dalle due fazioni.

I paesi circostanti e l’ONU sono stati scossi da delle agghiaccianti e terribili crisi umanitarie che, nonostante tutti gli aiuti umanitari inviati a Gaza, stanno avvenendo ancora adesso e che stanno piegando in ginocchio ambedue le popolazioni che sono ormai stanche e logorate da questa guerra che le ha portate allo stremo delle loro forze.

LE ORIGINI DEL CONFLITTO

La faida tra Israele e Palestina ha radici molto lontane, profonde e contorte.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale le nazioni vincitrici crearono uno stato per gli ebrei fuggiti dall’Olocausto e dall’Antisemitismo: Israele.

L’immigrazione di massa della popolazione ebraica-europea verso il medio oriente creò fin da subito attriti con la popolazione palestinese e le popolazioni arabe circostanti.

Gli stati arabi vicini e la Palestina avevano un unico obiettivo: distruggere Israele.

Negli anni l’attrito crebbe sempre di più fino a quando nel 1967 scoppiò la prima grande faida tra Israele e Palestina: la Guerra dei Sei Giorni; il conflitto vide scontrarsi gli Stati Arabi, un’alleanza tra Siria, Egitto, Giordania, Giordania, Iraq e OLP (Organizzazione Liberazione Palestina), e Israele.

Come appunto dice il nome, Guerra dei Sei Giorni, Israele impiegò una settimana appena per sbaragliare e mettere in ginocchio gli eserciti arabi e a dare prova della sua potenza e quindi far capire al mondo chi era.

Seguirono poi la Guerra dello Yom Kippur, la Prima Intifada, gli accordi di Oslo, la Seconda Intifada, il Piano di Dispegno Uniterale Israeliano fino ad oggi quando (dopo il ritiro di Israele) Hamas ha ripreso la Striscia di Gaza.

DA QUANTO A GAZA CI SONO CRISI UMANITARIE?

Il conflitto in medio oriente, soprattutto nella Cisgiordania e a Gaza, ha avuto delle gravissime conseguenze sui cittadini e sulle condizioni umanitarie di essi; ma non solo durante la guerra le condizioni umanitarie erano precoci, anche prima della guerra c’erano gravi condizioni umanitarie.

Prima dell’attacco infatti:

-2.1 milioni di palestinesi su 5.3 milioni erano già in difficoltà umanitarie

-800 000 erano nella Cisgiordania mentre 1.3 milioni a Gaza

-c’era una grave condizione di mancanza di servizi di base

-migliaia di famiglie erano state sfrattate dalle loro case

-le opportunità di lavoro erano molto basse

-c’erano molte restrizioni sulla libertà dei cittadini

Le ripercussioni sui due stati sono state senza precedenti rispetto a tutte le altre faide tra le due fazioni.

Numerose violazioni dei diritti umani soprattutto verso donne e bambini che sono stati uccisi e torturati dai soldati e hanno dovuto soffrire la fame in tutta la striscia, una gravissima crisi demografica sta colpendo la regione siccome molti neonati hanno sofferto le piaghe della guerra e sono morti a causa di esse.

QUALI SONO GLI OBBIETTIVI DELLA GUERRA?

Ambedue le fazioni avevano degli obiettivi per questa guerra, ma quali sono?

Israele all’inizio della guerra era impegnato su 7 fronti ossia: Gaza, in Libano, nello Yemen, in Siria, in Iraq, nella Cisgiordania ed in Iran.

Nonostante tutti questi conflitti in atto Netanyahu aveva già fatto un quadro generale su come sarebbe stato il mondo dopo la guerra:

-il suo accordo con Putin sarebbe stato più forte che mai

-Israele sarebbe dovuto essere descritto come un’isola di democrazia e benessere

-distruggere Hamas

Hamas,come Israele, aveva obiettivi molto chiari:

-riprendere Gaza così da riottenere i collegamenti con il resto del mondo e quindi non essere più isolati da tutti e tutto

-eliminare lo stato di Israele

-fondare una Repubblica Islamica

I DETTAGLI DELLA TREGUA

La tregua decisa il 16 gennaio entrerà in vigore il 19 gennaio e sarà divisa in due fasi.

Durante la prima fase, che secondo i calcoli durerà due mesi, verranno rilasciati 33 ostaggi israeliani in cambio di un centinaio di ostaggi palestinesi e si negozieranno le ultime trattative per la fine della guerra.

La seconda fase invece prevede il rilascio di tutti gli ostaggi rimanenti, il ritiro dei due eserciti da Gaza e il restituImento deicadaveri degli ostaggi morti in prigionia.

Di Mattia Cioffi

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