Bonus Cultura di Renzi: per i giovani è un flop
di Samuele Roma
– Fino ad oggi solamente il 6,3% dei fondi stanziati per il progetto Bonus Cultura sono stati spesi. Si tratta di diciotto milioni di euro, un po’ pochi se li compariamo con i 290 messi a disposizione dal governo. Perché in tempi come questi i giovani non approfittano di questo “regalo di compleanno” da parte dello stato? Ecco a voi le principali due cause per cui il Bonus Cultura sembra essere stato un fallimento.
Difficoltà durante la registrazione
Per ottenere l’accreditamento del bonus moltissimi maggiorenni si sono visti alle prese con il macchinoso e per molti caotico sistema di iscrizione. Bisognava per prima cosa ottenere l’identità digitale registrandosi allo Spid (Sistema Pubblico di Identità Digitale). I dati ci dicono che solo la metà dei neodiciottenni italiani è riuscita a registrarsi. Il secondo passaggio prevedeva la registrazione a 18App, la piattaforma digitale messa a punto apposta per il progetto. I giovani iscritti e che quindi hanno potuto staccare i coupon sono risultati ancora meno: sui 572.437 neomaggiorenni presenti in Italia nel 2016 secondo l’Istat, solo in 230mila sono riusciti ad accedervi – appena il 40% di quelli che ne avevano il diritto. In molti si sono lamentati della complessità e della lunghezza delle procedure e sembrerebbe quasi che esse siano servite più a preparare i ragazzi al lento e lungo sistema burocratico italiano che ad ampliare i loro orizzonti culturali.
Difficoltà nel trovare negozi aderenti
La totalità dei ragazzi che si sono serviti del bonus per l’acquisto di libri, biglietti per cinema e teatro, diminuisce ancora quando è il momento di spendere. Proprio questo è il problema: dove spenderli? Molti ragazzi non hanno trovato negozi, musei, teatri o librerie che aderiscano all’iniziativa. Persino nelle grandi città sono rari i negozianti che partecipano a questo progetto, per non parlare delle moltissime realtà dove non vi è nemmeno un esercente che partecipa. Per esempio in Sicilia, a Trapani e Ragusa, il numero di questi è pari a zero. Sono ancora più sconcertanti i dati. Pare che su ottomila comuni, ben 7.012 non abbiano nemmeno un esercizio che partecipa al progetto. Perché avere dei soldi se poi non sai nemmeno dove spenderli? Ovviamente i ragazzi si sono organizzati in altri modi per poter usufruire del proprio bonus creando una sorta di spaccio dei coupon che loro vendevano per avere i soldi, altro che libri, cinema e teatri!
Risultati finali
In sostanza, il provvedimento di Renzi non ha cambiato nulla. Chi prima non leggeva o non andava a teatro, non lo fa nemmeno ora. Gli unici ad aver staccato i coupon sono stati i ragazzi che sono stati abituati dalla famiglia a leggere un libro o ad andare a teatro, non sono cambiate le abitudini di nessuno. La scadenza per l’iscrizione al portale web è stata posticipata al 31 giugno 2017 nella speranza che il progetto possa finalmente decollare e l’iniziativa è stata rinnovata anche per quelli che compieranno diciotto anni nel 2017. Il presidente di Federconsumatori Rosario Trefiletti ha detto che quello che serve è occupazione, lavoro per i giovani, anche se in generale tutto quello che si fa per loro è buono. Questo è confermato anche dai ragazzi. In molti dicono che questi soldi forse avrebbero dovuto essere utilizzati per la loro preparazione al mondo del lavoro, sulla cui molti paesi europei investono più di noi.