GOVERNO/ Lo sviluppo e le prospettive dell’attuale crisi

L’entrata del Palazzo del Parlamento, a Roma

L’espressione crisi di governo indica la situazione in cui un governo presenta le proprie dimissioni per via della rottura del rapporto di fiducia con il Parlamento. Questo evento è stato assai frequente nella storia repubblicana del nostro Paese.

In questo momento non è accaduto nessuno dei due eventi sopra descritti, tuttavia la situazione è a rischio di crisi.

Il 13 gennaio il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha ritirato i suoi ministri Bellanova, Bonetti e Scalfarotto dal Governo, facendo di fatto chiudere l’esperienza del cosiddetto Conte Bis. Matteo Renzi ha asserito che il Governo era già in crisi e che comunque non aveva una maggioranza solida, specificando di non avere pregiudiziali sul nome di Conte.

Il Presidente del Consiglio non ha potuto fare altro che presentarsi al parlamento per chiedere la fiducia. Conte si è presentato prima alla Camera dei Deputati dove ha ottenuto la fiducia con 321 voti e, il 19 gennaio, si è presentato al Senato per lo stesso motivo.

Al Senato la situazione era ben diversa, non vi era infatti la certezza di riuscire a raggiungere la maggioranza dei voti favorevoli. Dopo lunghe e faticose trattative, passaggi di senatori da un gruppo a un altro e il ricorso al VAR per due senatori (Ciampolillo e Lencini) entrati a votare in aula all’ultimo momento, il Governo è riuscito a ottenere 156 “sì”, contro i 149 necessari.

Nonostante questo la situazione politica è molto instabile, se il Governo non riesce a ottenere altri appoggi, sarà destinato a cadere.

La principale scelta di Conte è quella di provare a proseguire, nella speranza  di sottrarre qualche parlamentare “responsabile” ai partiti di Forza Italia e Italia Viva, per costituire una nuova area politica che gli permetterebbe di avere un allargamento della maggioranza.

A palazzo Chigi si è tenuto il vertice di maggioranza con i capi di delegazione e i leader dei partiti.  Nella riunione c’è stato un confronto su come andare avanti  con il lavoro.

 Il Premier Conte però potrebbe non avere più  di una settimana per trovare nuovi voti.

Ieri 20 gennaio, il Presidente del Consiglio, è salito al Quirinale per un colloquio con Sergio Mattarella.

Oggi, 21 gennaio, anche i leader del Centro-Destra saliranno al Colle per chiedere di andare al voto in quanto il governo è troppo debole per poter governare.

Attendiamo pertanto i nuovi sviluppi.