Abbigliamento/Mancanza di libertà o uguaglianza apparente?

di #sharingwednesday

-Avvicinandoci alla bella stagione e, con l’arrivo del caldo, iniziamo a vestirci in modo più leggero e spigliato, le scuole cominciano ad essere stracolme di shorts, canottiere, minigonne, sandali e bermuda.
Ultimamente, però, diversi istituti si sono dimostrati contrari a questo tipo di abbigliamento e hanno proposto diversi regolamenti per un «dress code decoroso e adeguato». In alcune scuole, oltre a stabilire, ad esempio, le “giuste” lunghezze delle gonne e dei pantaloncini, si è persino arrivati a proibire alcuni capi d’abbigliamento.

L’ultimo caso è stato quello dell’istituto comprensivo Leonardo da Vinci a Milano dove, non molti giorni fa, la dirigente scolastica ha provveduto con la pubblicazione di una circolare, ricordando che gli alunni devono evitare di presentarsi in classe con pantaloncini, magliette attillate, gonne corte e ogni altro capo di abbigliamento inadeguato al contesto scolastico.

È successo anche in provincia di Cagliari, dove il preside di un liceo artistico ha vietato ai ragazzi piercing e creste, un caso particolare, per rendere meglio l’idea su come i ragazzi debbano presentarsi alle lezioni, è quello della scuola Germanica di Milano, dove la a preside ha addirittura diffuso un volantino con il disegno stilizzato di uno studente, metà ragazza e metà ragazzo, con indicati la lunghezza minima degli abiti ed altri particolari: ma è compito della scuola educare anche riguardo l’abbigliamento?

Questi provvedimenti hanno suscitato varie polemiche, la sociologa Chiara Saraceno, sentendosi chiamata in causa, ha risposto così: “Fino a qualche anno fa nessuno si sognava di andare a scuola o all’università con le infradito. La differenza tra la spiaggia e la scuola dovrebbe essere mantenuta. Non è un problema di quanta pelle si mostra ma che ci si presenti in modo diverso a seconda del luogo che si frequenta. Senza esagerare nel formalismo è necessario che, come si imparano i ritmi del tempo, è utile imparare la diversità dei luoghi: la scuola non è la discoteca”.
Se si è arrivati a questi punti è perché i ragazzi esagerano sfoggiando un abbigliamento eccessivo? E quest’intransigenza appare come una soluzione esaustiva o inopportuna?

Certo è che oggi, a differenza di buona parte del secolo scorso, ogni individuo ha il diritto di esprimersi, sia per quanto riguarda ideali e valori che riguardo sfaccettature più frivole della vita di tutti i giorni , come, nel nostro caso, l’abbigliamento. Soprattutto le donne che hanno lottato per i loro diritti durante tutta la vita, ribadiscono il concetto di spreco e presa in giro rispetto a questa mania per la moda, il mettersi in mostra e l’apparenza.

Ma noi giovani, diretti interessati, soprattutto le ragazze, come viviamo questa cosa? Come una mancanza di libertà o come qualcosa che stabilisca un’uguaglianza apparente? Abbiamo acquistato col tempo questa piccola ma grande libertà: poter esprimere la nostra personalità nel nostro abbigliamento, ma quando si tratta di lunghezze minime non vogliamo forse metterci in mostra omologandoci al coro? Questa libertà, durante la crescita, è forse diventata l’espressione per delineare il “diverso”?

Il percorso per arrivare ad essere adulti, tortuoso, faticoso, talvolta bisognoso di tappe, strane e persino pericolose, é un periodo che tutti gli adolescenti, si trovano a dover affrontare, sottostando e accettando le regole imposte dalla società. Così ricco di giovinezza, freschezza e cambiamento è il film Lady Bird .

La libertà: questo è il sentimento che ci ispira questa pellicola.

L’anima di ogni ragazzo o ragazza che si avvicina al complicato mondo degli adulti; le prime esperienze “da grandi” sono le più difficili da superare, per questo tendiamo a forzare la presa sulla nostra vita adolescenziale arrivando a toccare gli estremi per assaporare ancora la libertà che la società ci concede. Il tema principale del film, che abbiamo scelto di proporre per presentare l’articolo di oggi, è proprio il passaggio che ognuno di noi deve affrontare in un determinato momento della vita. Come abbiamo già detto, tendiamo ad attaccarci morbosamente a tutto quello che è simbolo della nostra età, cercando di esprimere noi stessi attraverso l’abbigliamento, gli accessori e, per le ragazze, il make-up.

Durante il film “Lady Bird” lo spettatore accompagna la protagonista attraverso un percorso di crescita, a volte difficile, ma anche meraviglioso; un percorso che richiede di fare scelte, scelte che avranno conseguenze reali e che determineranno la nostra persona nel futuro. Ed è così che ci troviamo a partecipare attivamente alla trama del film, ricostruendo e rivivendo le nostre esperienze, mettendole a confronto.

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *