Il Marocco e il primo passo verso la tolleranza religiosa

Di Maria Elena

Il Marocco, paese multiculturale per eccellenza, dopo una serie infinita di decisioni contrastanti e lotte giudiziarie, ha finalmente compiuto il grande passo verso la tolleranza religiosa. Lunedì 6 febbraio, infatti, il Consiglio religioso degli Ulema ha promulgato “La via degli Eruditi”, documento che, in particolare, attesta l’abolizione della pena di mortein caso di apostasia, nonostante il grande rifiuto espresso nel 2012 sullo stesso tema. La recente decisione degli Ulema è la prova più evidente dell’impegno e degli sforzi impiegati dal Marocco, non solo per opporsi all’estremismo, in linea con il volere del sovrano Mohamed VI, ma anche per garantire la tutela del pluralismo religioso che caratterizza il loro paese.

La decisione è dovuta ad una nuova interpretazione della parte della Sunna inerente al comportamento di Maometto nei confronti degli apostati. Secondo una più recente ed accurata analisi della storia antica e delle tradizioni islamiche, gli studiosi si sono resi conto che Maometto ha elargito la pena capitale ai rei di apostasia solo nei casi in cui alla conversione religiosa si era sommato anche il tradimento politico, proprio come emerge nelle tesi dello studioso islamico Sufyan al-Thawri (700 d.C.). Alla luce delle ultime scoperte, dunque, i capi religiosi islamici hanno ritenuto opportuno considerare il contesto in cui sono state pronunciate le famose parole riconducibili al profeta: “Chi cambia la sua religione, uccidetelo”. Risulta chiaro, infatti, che nel primo periodo di diffusione della fede islamica, poiché le guerre tra Musulmani e popolazioni di religione differente erano all’ordine del giorno, qualora un islamico avesse deciso di cambiare fede, vi era il rischio che tradisse l’intera comunità. Per questo motivo, gli Ulema hanno decretato che la corretta interpretazione della frase di Maometto sia: “Chi cambia la sua religione e abbandona il suo popolo, uccidetelo”.

Nonostante le continue esortazioni da parte dell’O.N.U. a tutelare il diritto alla vita, nel Mondo vi sono ancora tanti, troppi paesi in cui vige la pena di morte. In particolare, per quanto riguarda la religione, attualmente vi sono bene 13 nazioni in cui gli atei o coloro che non seguono la fede ufficiale rischiano la pena capitale: Emirati Arabi Uniti, Yemen, Suda, Arabia Saudita, Somalia, Nigeria, Quatar, Pakistan, Mauritania, Nigeria, Afganistan, Iran, Maldive e Malesia. La maggioranza di essi è proprio musulmana, nonostante nel Corano non appaia alcuna esortazione esplicita alla conversione forzata degli infedeli o alla loro uccisione.

Il Marocco e il primo passo verso la tolleranza religiosa

#ZainoInSpalla/L’ Egitto