di Daniela Tarquini

La parola “mito” ha diversi significati, ma quelli presi maggiormente in considerazione in questi ultimi tempi sono principalmente due:il primo inteso come oggetto o immagine elevata a divinità e come tale adorata, il secondo definito come persona o cosa venerata o amata. Soprattutto i ragazzi “necessitano” di un idolo che unisca le masse ed al contempo le divida, così da ritrovarsi con fazioni opposte. “Un punto di riferimento, qualcuno in cui immedesimarmi, una figura che inspiegabilmente mi faccia sentire protetta” dice una ragazza; “Non è solo per la musica e il cinema che fa, o almeno credo che questo succeda solo all’inizio, ma poi inizi a capire chi sia davvero come persona ed è grazie a questo che te ne innamori.” dice un altro ragazzo; “È l’unica che mi fa brillare gli occhi o sorridere come una stupida ogni volta che la vedo. Sembra leggermi dentro a volte con le sue canzoni e questo mi basta”. C’è stato un cambiamento nella società; i giovani vengono considerati sempre meno, spesso vengon accusati di essere fotocopie, di non avere personalità oppure di non avere opinioni e, forse, a causa di questo pregiudizio sono sempre di più i ragazzi che non si sentono integrati o ben accetti dagli altri e che quindi trovano protezione in un telefilm, magari un attore, in cui si immedesimano, o ancora un cantante, un calciatore oppure in una Band. Vi è sempre di più il bisogno di qualcuno che dia loro speranza, di qualcuno che li consideri, che dia loro ascolto anche per pochi minuti durante i vari “Meet and Greet”, sui vari social, facendo diventare di tendenza gli hashtag su Twitter oppure rispondendo ad una domanda posta.In questa società in cui i giovani vengono giudicati privi di personalità, i “miti” fanno in modo che i ragazzi si sentano meno soli, accompagnandoli durante la loro crescita e dando loro possibilità di esprimersi, senza paura di essere giudicati.