PENA DI MORTE/Tra giustizia ed etica

La pena di morte e’ un argomento dibattuto e controverso in tutto il mondo con opinioni divergenti sulla sua efficacia come deterrente contro il crimine.

Alla fine del ‘700 in Europa nacquero molti movimenti legislativi volti all’abolizione della pena di morte;  però il percorso di abbandono di questa misura fu lungo e tortuoso e si arrivò solo negli anni ’80 del secolo scorso alla sua eliminazione in alcune parti del mondo.

Gli ultimi dati registrati  evidenziano che sono state effettuate 993 esecuzioni nel 2022, 4% in meno del 2016 (1.032 esecuzioni) e 39% in meno del 2015 (2200 esecuzioni)

Oggi sono circa 143 gli Stati che hanno abolito questo tipo di pena, ritenendola una violazione dei diritti umani e con un’efficacia non superiore ad altri metodi.

  Rimangono ancora tanti i Paesi che mantengono la pena di morte nel loro sistema legale,ritenendola una misura necessaria per mantenere l’ordine pubblico. La Cina ne è un esempio: le esecuzioni avvengono tramite fucilazioni o iniezioni letali e ,secondo stime non ufficiali, all’interno del territorio cinese ci sarebbero migliaia di esecuzioni ogni anno per reati come l’omicidio, il furto in appartamento, ma anche per  terrorismo, stupro, falso in bilancio.

Recentemente in una paese dell’America del Sud, l’Alabama, e’ stato usato l’azoto come strumento letale per un uomo di 58 anni , Kenneth Eugene Smith  inizialmente condannato all’ergastolo nel 1988 per l’omicidio di Elizabeth Dorlene Sennett, la moglie di un pastore protestante. Un giudice impugnò successivamente la sentenza tramutandola in pena di morte e nel novembre del 2022 provarono per tre ore consecutive ad inoculare il liquido mortale in una vena delle braccia, del collo e all’altezza della clavicola. Gli agenti ,nonostante i tentativi,non sono riusciti ad ucciderlo ma solo a torturarlo. A distanza di circa due  anni, il  generale dell’Alabama Steve Marshall ha richiesto con urgenza la sua uccisione e il 26 gennaio 2024 alle 20:25 americane fu portata a termine l’ esecuzione utilizzando in via sperimentale l’ azoto. L’ipossia causata da questo gas è stata usata in passato per uccidere gli animali domestici, poi l’associazione veterinaria ne ha vietato il suo utilizzo.

Uno Stato che accetta la pena di morte si comporta forse in modo meno criminale del criminale stesso? O agisce solamente in maniera più simile a lui?