SCUOLA/Come il Governo sta schermando la salute

La situazione della scuola in Italia, non è sicuramente delle più rassicuranti, con il governo che emana DPCM ad hoc per la riapertura degli impianti scolastici, i quali vengono prontamente schermati dalle ordinanze di chiusura da parte di molte regioni.

Chi ha ragione? Chi ha torto?

Impossibile definirlo. Sicuramente in questi mesi è mancata l’adeguata interlocuzione tra il Governo e le Regioni, anche perché se no non si spiegherebbero la moltitudine di ordinanze regionali che, al contrario dei D.P.C.M, sanciscono la chiusura momentanea delle scuole.

Al momento la situazione è caotica, con 8 regioni su 20 che sono tornate in didattica in presenza, mentre le rimanenti rientreranno, salvo nuove disposizioni regionali, tra la prossima settimana e la prima settimana di febbraio.

Il valzer di decisioni da parte dei governatori delle regioni ha colpito anche il governatore della Regione Liguria Giovanni Toti che, dopo aver mantenuto una linea ferrea sul fronte della chiusura delle scuole, si è visto costretto a “cedere” alla riapertura degli impianti da lunedì 25/01.

Perché questa decisione? Chi ha influito sulla decisione finale?

Come precedentemente detto, Toti era sfavorevole alla riapertura delle scuole perché la scelta era ritenuta imprudente, decisione che ha destato indignazione ai vertici del C.T.S (Comitato Tecnico Scientifico). La decisione finale è stata indubbiamente influenzata dal ricorso presentato presso il T.A.R (Tribunale Amministrativo Regionale) della Liguria, il quale però, diversamente dal TAR del Veneto che ha dato giudizio negativo alla riapertura, non si è pronunciato in merito.

Ecco, queste diversità nella valutazione dei casi sono al centro di molte polemiche che vedono scontarsi i PRO_DAD e i NO_DAD, i quali si sfidano su fronti opposti, con l’unico risultato: gli assembramenti, proprio il contrario di quello che dovrebbe essere.

I pareri degli “scienziati”

Intanto i pareri sulla riapertura da parte degli scienziati sono contrastanti e spesso puntano ad un interesse di fama personale, insomma, una specie di “vado dove tira il vento”: è capitato, dall’inizio della pandemia, che alcuni abbiano più volte variato le loro dichiarazioni in base all’andamento delle notizie date al e dal popolo.

Un altro parere in merito, ci è stato dato da un autorevole scienziato, Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del ministero della Salute, che durante una conferenza stampa sull’analisi della situazione epidemiologica ha detto:

“Credo che sia ancora presto per dire se potremo o no riaprire completamente le scuole, anche le superiori” dopo le feste natalizie, perché “l’incidenza dei casi è ancora molto elevata e finché non abbassiamo l’incidenza è difficile parlare di riapertura delle attività”.

A questo punto però una domanda sorge spontanea: perché se un direttore di Prevenzione del Ministero della Salute dà un parere negativo alla riapertura delle scuole, la sua opinione non viene neppure presa in considerazione? Anche perché non è l’unico a dire che la riapertura delle scuole è pericolosa. Lo dicono anche altri autorevoli medici che però vengono messi in secondo piano dalle decisioni del CTS.

Perché?

Al momento non ci sono risposte a questa domanda. Gli unici che potrebbero rispondere sarebbero proprio i membri del Comitato, i quali però tengono una linea difensiva in merito.

Altri pareri sono quelli di Fabrizio Pregliasco, Direttore Sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, il quale alla vigilia del rientro a scuola del 7 gennaio disse:

“In giro con la scuola tornerebbero non solo 8 milioni di giovani studenti ma almeno altri 2 milioni di lavoratori che si occupano del settore. A loro vanno aggiunti tutti i familiari che si muovono per accompagnare i più piccoli in classe. È evidente che se i numeri saranno quelli di una terza ondata sarà difficile. La sola cosa che possiamo fare è arrivare a quel punto nel migliore dei modi”.

Anche lui come Rezza è ancor oggi titubante sulla decisione del Governo di riaprire il prima possibile le scuole.

L’unica cosa che si può fare oggi è aspettare e attendere la fine dello show del Governo. Intanto ognuno di noi deve farsi forza e lottare, tentando il più possibile di contenere il contagio da Covid-19.

Ora più che mai dobbiamo ringraziare tutto il personale sanitario che sta lottando assieme a noi per consentire di tornare a svolgere una vita migliore. Grazie.