Venezia e i migranti, tra voglia di futuro e conti con la realtà

di Davide

– Continuano le proteste dei migranti in Veneto, causa le terribili condizioni della tendopoli in cui sono stati ospitati a Cona, comune in provincia di Venezia.

I richiedenti asilo per manifestare hanno intrapreso una lunga e pacifica marcia verso Venezia; sono però stati fermati nel comune di Codevigo, dove il sindaco ha proposto loro di passare la notte in un pullman: i migranti hanno risposto negativamente per paura che la vicenda potesse passare in secondo piano. È stata invece accolta positivamente la proposta di un vescovo che ha fatto dormire i migranti all’interno di una chiesa. Per ringraziarlo, questi hanno pulito l’edificio e tutto il piazzale comunicante con esso. I migranti hanno quindi voluto incontrare il prefetto di Venezia e molti di loro hanno affermato di non voler passare l’inverno nelle tende al gelo, mentre altri si sono lamentati per la condizione di sovraffollamento e il lungo periodo da aspettare per ottenere l’asilo politico.

Durante la notte è avvenuto anche un tragico incidente: un migrante ivoriano è stato investito da un’auto mentre cercava di raggiungere in bicicletta i suoi compagni. A seguito di tutte queste vicende, immediate sono arrivate le parole di Mauro Armaleo, segretario regionale del sindacato di polizia, il quale ha invitato la presidente della Camera Laura Boldrini, molto attenta al tema immigrazione, a venire a visitare il campo d’accoglienza.

Ciò detto, vi inviterei a riflettere su come la gestione dell’immigrazione sia mal organizzata in Italia. Il che è stato sottolineato anche dai migranti con cartelli riportanti la frase: “il Ministero dell’interno deve vedere la nostra situazione”. Questa marcia dei migranti ci aiuta a capire capire come tale fenomeno sia affrontato in Italia; non credo di sbilanciarmi dicendo che l’organizzazione andrebbe profondamente rivista in quanto crea enormi problemi sia agli immigrati che ai cittadini italiani. Inoltre è ammirabile l’estrema civiltà ed educazione di coloro che ne hanno preso parte e non hanno fatto uso della violenza come molti si sarebbero aspettati.