#cosechenonsidicono/Una voce per chi non può parlare

di Alessia Cencioni

– Chiusi, isolati dal mondo esterno, tantissimi bambini affetti da gravi patologie neurologiche non hanno la possibilità di comunicare e, conseguentemente, di svilupparsi e crescere come tutti gli altri.

LA SOLUZIONE
In loro aiuto si sta muovendo la fondazione “Tog Together to Go”, che ha messo a punto una soluzione per far comunicare coloro che non hanno la possibilità di esprimere le proprie emozioni, né con la voce, né con i gesti: i ricercatori sono riusciti a studiare un puntatore oculare o “eye tracker”, che consentirà ai bambini di comunicare attraverso gli occhi.

OCULOMETRIA
Questa tecnica permette di analizzare il movimento dell’occhio quando si osserva qualcosa e di ricavarne il “percorso” tramite un rilevatore di movimento, in modo da evidenziare i punti dove gli occhi si sono soffermati più a lungo.
Non è nuova questa branca della scienza, ma ciò che distingue questo progetto dai precedenti è il fatto che lo strumento sia stato studiato appositamente per i bambini, in quanto associato a un software semplificato che utilizza stimoli visivi e sonori.
Inoltre, è acquistabile sul mercato e meno costoso: in questo modo si sta cercando di ampliare il numero dei piccoli, affetti da queste patologie, che possano esprimere il loro potenziale.

UN ESEMPIO PER TUTTI
Esemplare è stato il modo in cui Stephen Hawking, il celebre scienziato inglese mancato lo scorso marzo a causa di una forma atipica di SLA, abbia affrontato la sua vita con perserveranza e senza arrendersi, pur non avendo modo né di parlare, né di muoversi.
Ma proprio grazie all’aiuto di ausili tecnologici e particolari software, ha potuto tenere conferenze e continuare la sua attività di ricercatore.

Un ringraziamento a tutte le associazioni e alle persone che da anni dedicano tutta la vita alla ricerca per poter riuscire ad aiutare chi è meno fortunato!

#cosechenonsidicono/Una voce per chi non può parlare

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