MUSICA/Un mondo troppo spesso sottovalutato

Per “musica” non si intende semplicemente l’arte che consiste nell’ideare e nel produrre successioni strutturate di suoni, ma un concetto molto più complesso ed articolato. Astrattamente parlando potremmo definire la musica come un mezzo intermedio tra due entità, grazie al quale un qualsiasi soggetto riesce ad addentrarsi in una dimensione parallela.

Questo luogo irrazionale non ha confini, è nato per abbattere i limiti dell’immaginazione, per concederci di fare tutto ciò che normalmente ci è impossibile, per tutti coloro che sanno arrivarci. Quindi la musica è uno strumento capace di farci vivere contemporaneamente in due luoghi distinti ma complementari tra loro. La sua offerta apparentemente illimitata può essere vista come un riparo dalla nostra vita, ma in verità ci concede un’opportunità in più di riflettere, “staccare” per qualche istante “la spina”, con lo scopo di osservare le circostanze da altri punti di vista per “riattaccare” più leggeri e ripartire con il piede giusto.

“Dare ascolto” è il passaggio base per poter comprendere, ma non basta, bisogna lasciarsi “trasportare” come si dice comunemente. Non è un’abilità che si impara studiando, credo sia una capacità innata che risiede in ognuno di noi e che si esprime inconsciamente; poi ovviamente il modo in cui si esprime è assolutamente soggettivo in quanto i generi musicali sono i più vari.

La differenza tra ascoltare e vivere la musica è sostanziale: essere in sintonia con il brano che si ascolta, quindi immergersi in esso, concede la possibilità di andare oltre l’apparenza comune del mondo in cui viviamo. La comprensione del testo di una canzone non è nemmeno necessaria, capita a tutti di “innamorarsi” di una canzone straniera della quale non si capisce nemmeno il significato delle parole. Ciò per dimostrare che è sufficiente una semplice melodia per oltrepassare il confine tra le due dimensioni.

Sono poche le persone che ascoltano soltanto, forse per una loro incapacità od un possibile rifiuto, generato probabilmente dalla paura, dal timore o da una possibile forma di rigidità morale. La vera dote della musica è la compagnia che fornisce. Anche le persone che ritengono necessario il bisogno di isolarsi, rifugiandosi nella musica, non sono mai sole, o meglio non hanno voglia di stare da sole, ma semplicemente vogliono astrarsi dalla realtà e trovarsi a vivere in una situazione ideale. Quando si ascolta un brano non si è in solitudine: la memoria ed i ricordi uniti all’immaginazione ci guidano in questo “spazio”.

Nel concetto “musica” è contenuta la globalità dei brani possibili immaginabili, tutti “chiavi” di accesso per un’altra dimensione. Ma il lato più affascinante di questo luogo è il fatto che esso varia sempre, e consente di stare in compagnia di chi si desidera. Una volta fatto ingresso non si vorrebbe mai più uscire: un luogo dove tutto è possibile e insaziabile, a tal punto da arrivare a definire “straniero” il mondo reale.

Possiamo semplicemente pensare che la musica incarni la trascendenza e completi la dimensione razionale terrena con una del tutto irrazionale.

“La musica è una vera magia, non a caso i direttori hanno la bacchetta come i maghi.” (Ezio Bosso

Ed ecco che dalla definizione di magia, “capacità di attrarre, di incantare, che si sprigiona da una persona o da una cosa”, viene alla luce l’essenza vera della musica.