VINILI E GIRADISCHI/Una storia tutta da scoprire

Come abbiamo avuto occasione di vedere nell’ultimo periodo, i vinili sembrerebbero essere di nuovo molto in voga, specialmente tra gli adolescenti. Un tuffo nel passato un po’ più costoso, ma sicuramente affascinante.
Scopriamo di più su quella che è la loro origine e la loro storia.

Gli antenati

Tutto iniziò con il fonoautografo, brevettato da Léon Scott nel 1857 , il quale aveva lo scopo di registrare graficamente le onde sonore per mezzo di un diaframma vibrante e una puntina. Le tracce registrate all’epoca non erano riproducibili questo apparecchio aveva il solo scopo di inciderle per poi poterne svolgere un’analisi visiva.
Dopo il fonoautografo, nel 1877 arrivò il fonografo inventato da Thomas Edison, il quale, permetteva anche di ascoltare le tracce precedentemente registrate. Era composto da un cilindro di ottone, ricoperto da un foglio di stagnola, il quale, ruotando rendeva possibile l’incisione dei suoni tramite una puntina collegata a una membrana vibrante.
Successivamente nel 1880, Chichester Bell e Summer Tainter proposero una variazione al fonografo, nella quale al posto che incidere sulla stagnola, si incideva su strati di cera. La loro invenzione durò poco poiché, 7 anni dopo, fu sostituita dal brevetto da parte di Emilie Berliner di una nuova apparecchiatura chiamata grammofono. Nel grammofono cambiò l’oscillazione della puntina e il fatto che al posto dei cilindri, si usavano dei dischi. Inoltre, dal 1889 i brani venivano incisi su dischi in gommalacca da 78 giri.

L’arrivo dei vinili

Era il 1948 quando i primi dischi 33 giri in vinile entrarono in commercio, erano innovativi poiché ruotavano a velocità inferiore e permettevano la registrazione di 30 minuti a facciata in, appunto, 33 giri, contenendo quindi indicativamente 10 brani.
Inoltre presentavano solchi di spessore più piccoli rispetto ai dischi in gommalacca.
I 33 giri o LP (long playing), hanno un diametro di 30,5 cm e pesano all’incirca 100 grammi. Il primo LP fu rilasciato dalla Columbia Records il 21 giugno 1948 e si trattava del “Concerto per violino in mi minore” di Mendelssohn.
In tutta risposta alla Columbia, il 31 marzo 1949, la RCA Records introduce sul mercato i 45 giri da 17,8cm di diametro.
Sui 45 giri si avevano però a disposizione solo 5 minuti per facciata, erano quindi destinati a contenere, sul lato A, il brano di lancio e sul lato B, invece, un brano secondario.

Il loro ritorno

Basandoci sui dati dell’ultimo periodo, la vendita dei dischi in vinile è salita notevolmente. Sebbene venissero usati ai tempi dei nostri nonni e genitori, dopo anni i giovani stanno riscoprendo il loro fascino.
Al giorno d’oggi la maggior parte delle persone per ascoltare la musica utilizza applicazioni come Spotify, ma l’idea di possedere il vinile del tuo cantante o gruppo preferito non è minimamente paragonabile.
Ci sono anche numerose copertine che sono vere e proprie opere d’arte, e avere la possibilità di osservarle mentre si ascolta il disco oppure di esporle sulla mensola di camera tua, le rende ancora più affascinanti.
Un altro dettaglio molto caratteristico è la collezione. Possedere quel disco quasi introvabile, o quell’altro con la copertina spettacolare, lo rende ancora più speciale. È bello collezionare cose particolari, di conseguenza la voglia di cercare vinili è tornata in auge.
Innumerevoli persone hanno scelto e continuano a scegliere di sfruttare i giradischi per ascoltare le loro canzoni preferite, lo streaming sarà sicuramente più pratico e veloce, ma un disco nettamente più coinvolgente: posizionarlo sul giradischi, sentire quel “tac” che fa la puntina quando lo tocca e ascoltare la sua armonia.
Ovviamente, la melodia del giradischi ha una qualità molto più alta rispetto alla musica digitale che, per motivi di trasmissione, su internet viene compressa perdendo frequenze e dettagli. Appunto per questo, per molte persone il digitale lascia una sensazione di freddo mentre il vinile, con tutti i suoi difetti e fruscii non stanca mai l’ascolto.