Grease, un film sessista e omofobo?

Anche Grease è entrato nel mirino del politicamente corretto, accanto ad altri cult come “Dearty Dancing”, “Una poltrona per due” e “Via col vento”.

La BBC, infatti, annuncia per prima la polemica sui social dopo la rimessa in onda del cult cinematografico con John Travolta e attribuisce a Grease dispregiativi quali “sessista” ed “omofobo”.

Tra coloro che attaccano il famosissimo musical vi sono due movimenti ad oggi ampiamente seguiti: Me Too e Black Lives Matter che persino lo definiscono “eccessivamente bianco” oltre che un incitamento allo stupro. Questi commenti, forse un po’ sproporzionati rispetto a ciò che vuole rappresentare effettivamente il film, sono sfociati nella richiesta della rimozione assoluta, cioè per sempre, della coinvolgente storia d’amore tra Danny e Sandy. C’è quindi da chiedersi a questo punto se sia giusta oppure no questa continua “corsa al politicamente corretto”.

Grease è un film del 1978 e vede come protagonisti un gruppo di ragazzi alle prime armi con amore e storie frivole, il più classico dei film musical e campione di incassi. Siamo d’accordo che si stia parlando di un film potenzialmente stereotipato, uno dei film musical che ha consacrato cliché e ovvietà e che quindi sarebbe impossibile ambientare ai giorni nostri, dove a tutte le battaglie contro ogni tipo di discriminazione (lotte femministe, movimenti antirazzisti, ecc…) viene dato sempre più credito e sempre più voce.

È giusto quindi definirlo un film “discriminatorio” e addirittura “razzista”? Dobbiamo anche pensare che il film, uscito nel 1978, è però ambientato più di vent’anni prima, nel ’52, dove d’altro canto il pensiero comune non aveva ancora acquisito tanta sensibilità nei confronti delle persone appartenenti ad una qualche minoranza. Perché quindi, se il film racchiude e descrive in pieno l’epoca in cui è ambientato, va messo in scena tutto meno che il pensiero comune e la veridicità? Sarebbe un po’ come cancellare, eliminare gli eccessi realmente esistenti a quei tempi ma ormai, giustamente, inaccettabili. 

Perché vanno raccontate le auto e le acconciature dell’epoca ma non gli stereotipi che vivevano le strade? La comicità è stata sempre, fin dalla sua nascita, un continuo ripetersi ed infrangersi di stereotipi, qualsiasi argomento essa trattasse. Per quanto siano ovviamente sbagliate tutte le varie forme di razzismo nei confronti di un qualsiasi individuo, credo però che non dovremmo iniziare a sfociare nel “troppo”; va più che bene far parte di movimenti pacifisti che fanno fronte alle discriminazioni ancora oggi purtroppo presenti, ma qua c’è il pericolo di risolversi nel negazionismo. Come già detto stiamo parlando di una realtà ben diversa da quella contemporanea e sono decisamente d’accordo sull’attinenza ad un racconto veritiero e realista. Non possiamo cambiare il passato, ma ricordarlo per quello che è stato, senza smentirlo, e cercando tutti i giorni di migliorarlo.