I diritti negati dei migranti

Migrare, a mio parere, dovrebbe essere considerato un diritto poiché, come noi che siamo abituati a vivere nell’ agiatezza, che tornando a casa la sera, come scrive Primo Levi, troviamo visi amici e un pasto caldo, dovrebbe vivere anche chi è incerto non solo del proprio futuro ma anche del proprio presente.

Mi chiedo che diritto abbiamo noi di respingere una mamma con il suo bambino in grembo, stremati dal viaggio appena affrontato, che come tutti sanno, avviene in condizione disumane.  Che diritto abbiamo di negar loro ciò che a noi  sembra dovuto, ciò che a noi pare scontato. Non penso infatti che alcun uomo possa godere di questo diritto ma al contrario debba essere riconosciuto come un vero e proprio divieto, poiché ,a mio parere, esso consiste nella negazione di una vita più speranzosa di quella che persone, come potremmo essere noi domani, hanno dovuto sopportare per anni in silenzio…

Noi però, che viviamo nel frattempo nel lusso e nello sfarzo, possiamo migrare all’ estero per i motivi più banali; per esempio un ragazzo italiano che ha terminato il liceo, non trovando un’università adatta a lui nel suo paese, ha il diritto di migrare all’ estero e vivervi per tutta la restante vita, solamente perché quest’ultimo non soddisfaceva pienamente i suoi desideri in ambito scolastico. A chi però invece cerca di sfuggire alla guerra, alle violenze, alle persecuzioni e non solo,  ma anche alla povertà e alla fame, non è permesso mettere piede in un paese che concederebbe loro una vera e propria rinascita.

Trovo ovviamente ingiusto e insensato ciò che ho appena affermato e sarebbe inutile dire inoltre che l’ indomani, io stessa, potrei trovarmi a chiedere un tetto, una coperta e un pezzo di pane come le migliaia di persone che, meno fortunate di me, oggi rischiano la vita in ogni istante, attraversando mari a bordo di barche, sulle quali nessuna madre farebbe mai salire il proprio figlio nella società che conosco io, ma al contrario forse quella barca potrebbe essere l’unica possibilità che una madre possiede per fare arrivare il figlio in un luogo sicuro, sperando che vi giunga sano e salvo…