Il futuro fra memoria e desiderio
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19 aprile, Rapallo – Anche le ultime due barche “spiaggiate” a seguito della mareggiata del 30 ottobre 2018 sono state rimosse. A tempo record, punti di sutura sono stati applicati a tutte le ferite: un concerto che ha visto partecipi cantanti del calibro de “Il Volo” e di Noemi ha inaugurato la nuova strada per Portofino; il Covo di Nord-Est è stato riaperto per la gioia dei più giovani (e non) che ora potranno tornare a fare baldoria il sabato sera. In definitiva, il Tigullio promette ai propri turisti una stagione estiva che non avrà nulla da invidiare alle precedenti.
Luci…
La maggior parte dei Liguri mostra uno straordinario attaccamento alla propria terra, quasi che questo luogo, un po’ fuori dal tempo, pieno di vecchietti e bastoni, fosse l’unico in cui sentirsi realmente a casa. Claudia, da poco trasferitasi a Roma, descrive il suo sentimento di nostalgia come un qualcosa di mai provato prima: “Ogni volta che scendo dal treno alla stazione di Rapallo, mi sembra di tornare a respirare; c’è una sorta di familiarità nell’aria, nei rumori, nei suoni”. I caruggi (in dialetto, i vicoletti dove non possono circolare le macchine) sono un baluardo contro il diktat della velocità imposto dalla società post-moderna. Qui è possibile fermarsi, soffermarsi e stringere rapporti autentici. Qui potreste vedere persone di tutte le età sedute ai tavolini che danno direttamente sulla strada leggere un giornale e fare una partita a carte.
… ed ombre sulla Liguria…
Ma c’è anche chi è insofferente: “La mentalità ligure deve cambiare, però il ligure non vuole cambiare – speriamo, a questo proposito, nei nostri giovani. Altrimenti, la Liguria rimarrà nella sua mediocrità quando potrebbe essere un’eccellenza”. Un eccessivo attaccamento al passato e alla tradizione – ci dice il nostro intervistato Francesco, 21 anni, rapallese – potrebbe alla lunga penalizzare il nostro paese, in cui effettivamente manca lo spirito imprenditoriale che caratterizza in generale le regioni del Nord. Potrà sopravvivere all’epoca post-moderna un territorio che vive principalmente di turismo? Pensiamo al mito di Deucalione e Pirra, versione greca del mito del diluvio universale, ai quali gli dei consentirono di ripopolare la terra gettando alle proprie spalle “le ossa della grande madre”; o ancora a Gesù che risponde: “seguimi e lascia che i morti seppelliscano i morti” ad un discepolo che gli aveva chiesto di poter seppellire il padre.
… come sulla nostra epoca
Il futuro che ci si prospetta sembra non concedere alcuno spazio a sentimentalismi e riflessioni: perdite di tempo, ed il tempo è denaro. Un’interpretazione antropologica dei suddetti miti vuole che sia costitutivo dell’essenza umana – anzi della vita stessa – il superamento delle tradizioni passate. L’uomo, per sua natura, tenta di raggiungere condizioni di vita migliori e queste sembrano essere garantite dall’industria e dalla scienza. Eppure, in un’epoca sostanzialmente scientifica come la nostra, pare emergere sempre più una profonda necessità umanistica. Sempre più ragazzi rivendicano il ruolo dei sentimenti e pretendono di essere ascoltati, forse che anche le emozioni siano elementi costitutivi delle nostre vite.
Il parere di una turista affezionata…
Benedetta, 18 anni, Milano, che da quando era bambina trascorre ogni estate a Rapallo, si dice rapita dal fascino di una terra “che dalle colline al mare ci si mettono solo 10 minuti”. E poi ci confessa un amore incondizionato per focaccia e pesto, i nostri cavalli di battaglia.
… e di un turista d’eccezione!
Il passato può essere un’ancora che ci impedisce di spiccare il volo, ma anche un punto di forza. Massimo Recalcati, grande psicanalista e interprete di Lacan, riflette sul ruolo del “giusto erede”, che si sa diversificare rispetto al passato seguendo la Legge impostagli dai propri desideri, ma ne conserva un ricordo e un’importante lezione. E chissà che non scoviate proprio lo stesso Recalcati in un qualche paesino della Liguria, dove ogni tanto si diverte a tenere una conferenza qua e là (è stato a Rapallo lo scorso 29 giugno e al “Festival della Comunicazione” di Camogli il 6 settembre).