SOCIETA’/Parenticidi: quando la famiglia è il nemico

In Italia, negli ultimi anni, si sono verificati sempre più omicidi in famiglia, principalmente parenticidi, cioè l’uccisione di entrambi i genitori da parte dei figli.

Secondo alcuni dati degli ultimi 4 anni, nel 2019 si sono verificati 317 omicidi, nel 2020 287, mentre nel 2021 se ne sono riscontrati 295. Dal 1992 fino al 2020, la probabilità di identificare gli assassini è aumentata circa del 30%.  Inoltre i numeri di delitti stanno diminuendo progressivamente nel corso degli ultimi anni, e nello scorso anno è stato dimostrato che questi dati sono i migliori registrati tra tutti i paesi europei, ma allora, perché si verificano?

Ci si chiede come possano i genitori diventare dei nemici e quali siano le cause principali di ciò.

Il movente: perché si verifica un parenticidio?

In base a quanto sostenuto dall’Associazione Italiana di Psicologia Giuridica, una di queste potrebbe essere una mancanza di affetto e di amore che il figlio percepisce da parte del padre o della madre, oppure di entrambi. In questo caso i figli ne risentono e in loro possono nascere traumi che potrebbero sfociare in sentimenti repressi come la rabbia.

La seconda causa riportata dagli psicologi, che hanno provato a rispondere a questo quesito, potrebbe essere il fatto che i figli non si sentano indipendenti e liberi. Questo fa sì che il figlio veda il genitore come un vincolo e un intralcio alla libertà, e così si pensa che l’unica soluzione sia quella di eliminare l’ostacolo: il genitore che non permette al figlio di essere libero. Spesso, i figli ricercano un’indipendenza economica e per farlo uccidono i propri genitori per avere un’eredità e sentirsi svincolati da un’oppressione finanziaria.

In questi casi, la razionalità scompare e nell’omicida prevale il sentimento dell’istinto, che lo porta a compiere un gesto estremo e folle.

Le cause riguardanti la sfera sentimentale

La terza ragione può essere invece spiegata dal complesso di Edipo. Questo consiste nel manifestare una proiezione amorosa verso il genitore del sesso opposto e sviluppare dei sentimenti d’odio o di rivalità verso il genitore dello stesso sesso, che, non instaurando un forte legame con il figlio, viene visto quasi come una minaccia.

Infine, l fenomeno dell’acting out, il “passare all’azione”, è un altro movente di questi atti atroci. I figli fanno parte di una situazione familiare instabile, e vengono, quindi, catapultati dai loro stessi genitori in una realtà immaginaria tranquilla e felice, senza tutte le problematiche e complicazioni che si nascondono dietro quel “teatrino”.

I figli, a causa di questa finzione, non sono liberi di provare tutti i tipi di emozioni, come ad esempio quelle tristi, poiché farebbero crollare tutta la realtà costruita intorno a loro. Infatti, quando questo succede, è facile che i figli, vittime di tutto questo, diventino aggressivi e sfoghino la loro rabbia in un parenticidio.

Ad oggi, quindi, sono diversi i motivi che si possono individuare per spiegare questo fenomeno così brutale e paradossale. Tuttavia però, non si potrà mai conoscere che cosa ci sia veramente dietro le menti di questi giovani killer.

Che cosa spinge questi ragazzi-killer a compiere atti del genere, in un contesto come quello della famiglia che dovrebbe essere il più sicuro? Come si possono combattere le cause ancora prima delle conseguenze?

Non ci sono delle vere risposte a queste domande; Tuttavia, discutere della questione e sensibilizzare le persone potrebbe essere una delle prime soluzioni a tutto ciò.