SPORT/Calcio nel vuoto

Il covid non ha risparmiato neppure il gioco del calcio per il numero di calciatori contagiati e l’impossibilità di giocare con la presenza del pubblico.

Infatti il pallone rimbalza nello stadio, senza le urla e gli insulti dei tifosi. Regna un silenzio assordante e si sentono solo le voci di incitamento degli allenatori, le urla dei calciatori e il fischio dell’arbitro.

Luoghi normalmente gremiti da folle eterogenee, che sventolano bandiere variopinte, con bimbi felici sulle spalle dei genitori, vecchietti arzilli, che fanno gestacci, da più di un anno si sono trasformati in contenitori troppo ampi per accogliere solo addetti ai lavori.
A inizio pandemia si sperava che potessero entrare una parte di tifosi, con le debite distanze sulle gradinate, con mascherine e igienizzanti. Ma subito dopo sono arrivati i veti degli esperti, che temevano comunque gli assembramenti e quindi un picco di contagi.
Anche a livello europeo si è stabilito che bisognava dare priorità alla riapertura delle scuole e di altri ambienti decisamente più importanti per la vita del paese.
In alcune nazioni hanno addirittura sperimentato il “pubblico virtuale” e il rumore dei tifosi registrato come sottofondo della telecronaca, ma che tristezza e finzione…meglio il silenzio.

Un altro sport

Oggi le gradinate sono incredibilmente vuote, i giocatori sono impegnati a seguire la palla e forse meno distratti dal pubblico, che normalmente li incita o li insulta.
Pare di essere in un campo da tennis, dove regna il silenzio.
Secondo alcuni studi sembra che la quantità di tifosi, l’assembramento degli spalti e la vicinanza al campo abbiano un impatto sul numero di goal fatti dalla squadra.
La maggior parte degli allenatori sostiene che il calcio senza tifosi non ha senso ed è noioso, perché la folla genera adrenalina nei calciatori, il pubblico spinge i propri idoli a correre con più grinta. Insomma giocando al suono del silenzio cambia tutto, il calcio a porte chiuse è un altro sport.

Guadagni

Bisogna tenere conto anche della perdita degli introiti da parte dei club, che sembra si aggirino sui 20 milioni di euro; ma in questo ambiente nessuno può lamentarsi rispetto a tutti quei lavoratori, che hanno perso il posto di lavoro e non sanno se riusciranno a riprendersi anche dopo la fine dei contagi.

Vaccini

Attendiamo con ansia che le vaccinazioni creino l’immunità di gregge, che i tifosi siano ancora così impauriti da usare le sciarpe per coprire la bocca e per attutire gli insulti, che saranno così ovattati. Speriamo che la paura vissuta durante questo lungo anno possa migliorare i rapporti tra tifoserie e che si possa godere di uno sport così coinvolgente, ma con più leggerezza, pensando a tutti quelli che ci hanno lasciato, soli in ospedale, senza neppure una carezza dei loro cari. Chissà se il virus ci avrà resi migliori o se comunque ritorneremo a essere indifferenti e vedremo quelle terribili scene di lotte tra tifoserie rivali. Ai posteri l’ardua sentenza.

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