18 MARZO/Una giornata per non dimenticare

Da quest’anno il 18 marzo di ogni anno ricorrerà la Giornata nazionale in memoria delle vittime dall’epidemia di Coronavirus. Il via libera è arrivato nella giornata del 17 marzo, quando la commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato all’unanimità il disegno di legge che designava il 18 marzo come giorno per ricordare le oltre 100 mila vite che il Covid-19 si è portato via.

Il programma

In occasione della prima edizione della Giornata, il presidente del Consiglio Mario Draghi si è recato a Bergamo, città duramente colpita nella prima ondata e divenuta ormai simbolo di questo periodo così buio.

Nella giornata della ricorrenza, dopo aver deposto una corona di fiori al Cimitero monumentale della città, si è svolta, in presenza del premier, l’inaugurazione del Bosco della Memoria, che è sorto nel parco della Trucca, a Bergamo.

Le parole di vicinanza e speranza

Con il suo discorso Draghi ha voluto dare un messaggio di vicinanza per tutti i parenti delle vittime, e di speranza per tutti gli italiani, facendo una promessa: “Non accadrà più che le persone fragili e anziane non vengano adeguatamente assistite e protette, non vengano difese”. E continua: “Il ricordo di tante storie drammatiche e di coraggio, servirà a fare meglio, a sentirci ancora più uniti”.

Poi il premier ha proseguito con un appello all’unità: “Non possiamo abbracciarci, ma questo è il giorno in cui dobbiamo sentirci tutti ancora più uniti. A partire da qui, da questo luogo che ricorda chi non c’è più”.

E ha concluso: “Lo Stato c’è. La campagna vaccinale andrà spedita nonostante le difficoltà, è un dovere per tutti gli italiani che, sono certo, non vedono l’ora di rialzare la testa, ripartire, liberare le loro energie che hanno reso meraviglioso questo Paese. E io sono qui oggi per dirvi grazie e per impegnarmi insieme a tutti voi a ricostruire senza dimenticare”.

Il messaggio di Conte

Nella Giornata nazionale dedicata alle vittime della pandemia, non sono mancate le parole dell’ex-premier Giuseppe Conte, che ha vissuto in prima persona l’estrema difficoltà della gestione dell’emergenza. “Il ricordo e il dolore ci devono trasmettere ora la forza per vincere questa sfida”.

Perché proprio il 18 marzo?

La ricorrenza è stata fissata per il 18 marzo perché questa è la data in cui, esattamente un anno fa, a Bergamo, sono stati impiegati i mezzi dell’esercito per il trasporto delle centinaia di bare dei defunti in attesa di sepoltura. Il giorno più nero dell’emergenza, quando, a causa dell’infezione, perdevano la vita così tante persone che i cimiteri erano sull’orlo del collasso.

Un’immagine, quella della lunghissima fila di camion militari in una marcia funebre, che rimarrà tra le più potenti e significative che saranno impresse per sempre nella mente di coloro che hanno vissuto questa pandemia.