CUCINA/I testaieu: una tradizione da riscoprire

La cucina ligure offre una varietà immensa di prodotti: focaccia genovese e di Recco, farinata, pandolce, la mitica pasta al pesto e tanti altri.

Una delle specialità più sottovalutate, secondo me, è il testaieu.
Il testarolo è una specie di crêpe cotta in una maniera particolare e complicata. Spesso viene condito con olio e formaggio oppure con il pesto.

E’ un piatto abbastanza comune in tutta Italia, gli abitanti di ogni regione però lo chiamano in maniera diversa (piadina romagnola, panigaccio etc).

L’unica grande differenza sta proprio nella cottura, ogni luogo ne ha una diversa.

La singolarità della sua preparazione

Gli ingredienti sono pochissimi e semplicissimi da reperire.
C’è infatti bisogno di farina, acqua e sale, tutto qui.

La parte difficile arriva ora: bisogna procurarsi dei testetti roventi precedentemente scaldati sul fuoco. Successivamente bisogna versare dentro di essi la pastella e infine, lasciarli abbrustolire.

In poche parole il testetto è una piccola teglia di terra pressata (proveniente dalle cave di Iscioli) impastata con acqua e infine pressata a cotto direttamente sul fuoco.

Sia per questione di praticità che per questione di difficoltà nel reperire queste tegolette, oggi i testaieu si cuociono nelle classiche padelle antiaderenti.

La loro origine

Le leggende ci raccontano che provengono dalla Val Graveglia dove ancora oggi, a differenza di altri posti nel levante, è possibile gustare il vero sapore dei testaieu. Perché? Questa valle è stata per tantissimo tempo senza vie di comunicazione, la tradizione è quindi rimasta intatta.

Ai nostri giorni fortunatamente, esistono delle sagre ancora incentrate su questo alimento, Cogorno, Reppia e Santa Vittoria sono solo alcuni luoghi dove trovarle.

Se vogliamo essere ancora più specifici, gli inventori di queste prelibatezze sono stati i contadini, ne è la prova la semplicità e la povertà degli ingredienti richiesti.

Poiché i navigatori avevano bisogno di alimenti pratici e essenziali, si nutrivano anche loro di queste piadine.

Molto probabilmente i liguri non hanno inventato questa specialità tutti da soli. Si pensa che abbiamo preso ispirazioni a piatti tipici delle popolazioni del nord Africa. La cucina ligure può però prendersi tutto il merito della combinazione testaieu + pesto. 

Insomma, se la Val Graveglia è di strada, consiglio a tutti di fare un pit-stop nella prima trattoria e abbuffarsi di testaieu al pesto.