GIULIO REGENI/Dopo cinque anni ancora in cerca di giustizia

“Io che piango sentendo le canzoni romantiche, i funerali e pure per i disegni dei bambini, finora ho pianto pochissimo. Per Giulio non riesco a piangere, ho un blocco totale e forse riuscirò a sbloccarmi solo quando riuscirò a capire cosa è successo a Giulio” 

Queste sono le parole di Paola Regeni, madre di Giulio, dottorando italiano all’università inglese di Cambridge rapito il 25 gennaio 2016 in Egitto. Verrà poi ritrovato il 3 febbraio, ucciso dopo giorni e giorni di torture.

Giulio era arrivato in Egitto alcuni mesi prima, inviato dalla sua università per condurre una ricerca al Cairo. Si ambientò subito bene lì, il paese era stato oggetto di numerosi suoi studi, parlava cinque lingue (incluso l’arabo) e non aveva nulla da perdere, ma solo da imparare.

Quattro sono per adesso gli agenti dei servizi segreti egiziani, a distanza di circa cinque anni dalla sua morte, processati. Sono accusati dalla procura di Roma di sequestro di persona pluriaggravato, omicidio e di concorso in lesioni personali. 

Zero è il rispetto e la collaborazione mostrata dalle autorità e governo Egiziano, che sembra lavarsene le mani di ciò che è successo a Regeni. D’altro canto l’Italia non si arrende, enorme è il lavoro che quotidianamente svolge “Amnesty international”, organizzazione internazionale che lotta contro le ingiustizie e in difesa dei diritti umani. 

Una famiglia distrutta dalla notizia di un figlio morto e torturato, in un paese lontano da quello natale, come se fosse un animale. Lo hanno identificato solo dal naso, era completamente irriconoscibile.

Il Presidente della Repubblica Mattarella ha deciso in giornata di inviare un messaggio a seguito dell’anniversario del suo rapimento.  Esprime completa vicinanza e solidarietà ai genitori, che nel dolore più straziante sono stati capaci in questi anni di riversare ogni energia per cercare di ottenere la verità su loro figlio. Spera e chiede di ritrovare e sottolineare quel principio di giustizia che costituisce il cardine  di ogni convivenza umana e diritto inalienabile di ogni persona.

Anche l’Alto Rappresentante per la Politica Estera dell’Unione Europea, Josep Borrell, è intervenuto sul caso Regeni in sede Consiglio dei ministri degli Esteri, in quanto questo caso non coinvolge solo l’Italia, ma anche tutta l’Unione.

Uno studente come tutti noi, pieno di sogni e ancora giovane, con una voglia immensa di imparare e approfondire i suoi studi. Una persona solare e sempre felice, così come lo descrive la famiglia. La sua è stata una carriera stroncata sul nascere da delle persone (minimamente definibili tali) che, rapendolo senza un vero e proprio motivo, hanno deciso di torturarlo a morte.

Ricordiamo, in particolare oggi 25 gennaio 2021, Giulio, un ragazzo dalle mille speranze e sogni, che è stato strappato via da questo mondo troppo presto e speriamo venga fatta giustizia.