PALESTRE CHIUSE/Un danno irreversibile, non solo economico

Tante sono le attività che in questo ultimo anno si sono trovate sull’orlo del fallimento, in una situazione di crisi inimmaginabile e con la preoccupazione di chiudere i battenti per sempre.  Spiccano molti bar e ristoranti, ma anche numerosi impianti sportivi, palestre e piscine ancora, dopo mesi e mesi, chiusi al pubblico.

Già per la prima ondata quest’ultima categoria ha dovuto fronteggiare (come molte altre attività) una drastica chiusura temporanea che ha causato la perdita degli incassi del trimestre primaverile. Aperte a giugno le palestre avevano trovato pochi iscritti, poiché molte persone erano ancora riluttanti e spaventate dalla minaccia del virus.

Parlando di seconda ondata, vediamo una richiusura con il Dpcm del 25 ottobre. Tutti gli impianti sportivi (palestre e piscine incluse) sono stati costretti a chiudere, perdendo così anche il trimestre invernale.  La perdita è molto più ingente rispetto a quella estiva: tendenzialmente in estate si hanno meno iscritti, con il caldo è più faticoso allenarsi, mentre in inverno di solito si ha il picco di incassi.

La domanda che molti sportivi, personal trainer e proprietari di piccole palestre, che rappresentano a loro volta una piccola realtà, si fanno è: perché proprio a noi che abbiamo sempre rispettato le regole? 

La risposta alla domanda non è semplice e purtroppo non si può generalizzare, ma una cosa è certa: tutti in estate ci siamo lasciati andare.  Non solo le palestre, ma anche per esempio ristoranti e bar, le folle non controllate in spiaggia, nelle discoteche e nei mezzi di trasporto.  Questo ha causato un’inevitabile seconda ondata, con un picco di casi mostruoso che ha costretto molte attività a chiudere, inclusi cinema, teatri (dove i contagi registrati erano minimi), palestre e piscine. 

Per fortuna agli atleti agonisti è stato dato il via libera per allenarsi durante questo inverno, così fortunati non sono stati i “semplici atleti”, costretti a lunghe corse e camminate o a workout in casa “nel piccolo”. 

Numerose sono le proteste in piazza di sportivi che vorrebbero solo continuare ad allenarsi nel rispetto delle regole e di proprietari di palestre o personal trainer, che a loro volta vorrebbero tornare a lavorare o comunque a vivere senza la costante paura di dover chiudere una volta per tutte. 

Sport è libertà e movimento, è una valvola di sfogo per adolescenti, bambini (costretti anche loro a fermarsi) ed adulti..  Stare in salute e in forma è un nostro diritto, come l’istruzione, ricordiamo la famosa citazione “Mens sana in corpore sano”, tratta dalle satire di Giovenale. 

Lo sport aiuta a sentirsi bene con se stessi e con gli altri, mentalmente ci sprona a migliorarci ogni giorno e, quando si parla di attività di squadra, ci insegna a vivere insieme rispettandosi.

Ha veramente senso continuare a chiudere le palestre? Intensificare i controlli sarebbe una soluzione?  Semplici domande, difficili risposte, ma una cosa è certa: lo sport e lo stare in salute è un diritto di tutti e bisognerebbe fare il possibile perchè lo continui ad essere in sicurezza e nel rispetto delle regole.