2020/Il Colibrì di Veronesi è il libro dell’anno

Dal 1947, anno di fondazione, il Premio Strega è il premio letterario più prestigioso d’Italia. Vi sono passati scrittori del calibro di Cesare Pavese, Elsa Morante, Natalia Ginzburg, e tuttora vanta nomi di grandissimo rilievo, come Nicola Lagioia e Paolo Giordano.

La premiazione di quest’anno, a causa delle restrizioni dovute al Covid-19, è stata certo diversa, ma non ha mancato di entusiasmare.

Ad aggiudicarsi questa settantaquattresima edizione è stato Sandro Veronesi, già vincitore dello stesso premio, nel 2006, con Caos Calmo. Quest’anno, Veronesi è arrivato primo con Il Colibrì (pubblicato da La Nave di Teseo), recensito positivamente sia da critica sia da pubblico.

Il libro:

Nella quarta di copertina capiamo subito il perché del titolo: Marco Carrera, il protagonista, è un colibrì, perché come il colibrì metti tutta la tua energia nel restare fermo”.

Con un impianto narrativo originale, che alterna parti di pura prosa a messaggini e lettere, Veronesi ci presenta il protagonista: Marco non ha nulla di speciale, assomiglia tanto ad ognuno di noi. Dopo un matrimonio da favola con Marina, ha divorziato: la figlia è rimasta con lui, e fin dai primi capitoli possiamo intendere un certo rapporto morboso, quasi di dipendenza, tra i due.

Il Colibrì è un libro di morte: a morire sono i genitori di Marco malati di cancro, la sorella Irene che ancora ragazzina sceglie di togliersi la vita, a morire è lo stesso matrimonio di Marco, o la storia mai nata con Luisa, il suo amore giovanile che l’accompagnerà per tutta la vita.

Ma Il Colibrì diventa anche un libro di vita, con un climax ascendente che raggiunge l’apice nelle ultime pagine: la Vita è rappresentata dalla giovanissima nipote di Carrera, Miraijin, che intraprenderà una serie di campagne e lotte civili per i diritti degli ultimi e del pianeta, e che per questo non sarà estranea ad esclusioni e a minacce.

Il Colibrì:

Il Colibrì è un inno alla resistenza: Marco non ha nulla di speciale, e proprio nel suo affrontare dolori e fatiche di tutti i giorni sta la sua eccezionalità.

Veronesi pone l’attenzione su tematiche attuali: la separazione in presenza di figli, il suicidio, il gioco d’azzardo, il cancro, la lotta per i diritti civili e per la salvaguardia dell’ambiente. Tuttavia, i due temi che in questo libro gli stanno più cari sono l’eutanasia e l’immigrazione.

Il Colibrì finisce con una preghiera: “Preghiamo per lui, e per tutte le navi in mare”.