LAVORO E VIOLENZA/Per le donne la strada è ancora lunga

La prima indagine condotta in Italia dalla Commissione Pari Opportunità riporta dati allarmanti: l’85% delle donne che lavorano nel campo dell’informazione ha subito almeno una volta nella vita molestie sessuali. Per quanto fosse una realtà già comunemente conosciuta, solo oggi, ad un anno e mezzo dalla nascita del movimento Metoo, disponiamo di dati accurati a riguardo.

Violenze ieri e oggi
I casi sono innumerevoli sia oggi che in passato, ma solo negli ultimi due anni le denunce sono aumentate esponenzialmente. A ottobre 2017 il caso Harvey Weinstein, che vedeva il produttore cinematografico accusato di ben 14 stupri, riceve una grande copertura mediatica e finisce sulle prime pagine di tutti i giornali. A parlare pubblicamente delle molestie subite sono quasi 100 donne, alcune delle quali molto influenti del mondo dello spettacolo, come Cara Delevigne, Salma Hayek, Gwyneth Paltrow e Cate Blanchett. Lo scandalo porta al suo immediato licenziamento e dopo pochi giorni appare su Twitter l’appello dell’attrice Alyssa Milano a condividere con l’hashtag #metoo le proprie storie di violenze, in particolare sul posto di lavoro. In due giorni sono centinaia di migliaia i tweet apparsi sul web, segno che quello di Harvey Weinstein è tutt’altro che un caso isolato.

A questo fatto seguono inchieste, articoli, dichiarazioni riguardanti le molestie sessuali e si moltiplicano le denunce anche verso personaggi di spicco, come Kevin Spacey, il quale perde il ruolo di protagonista nella serie House of Cards.

 

Non proprio pari opportunità
Nei mesi seguenti il Movimento Metoo non perde importanza, ma anzi raggiungere l’Europa dove riceve una certa attenzione, seppur non paragonabile a quella presente negli Stati Uniti. Non mancano però le critiche, sia da uomini che da donne, che vedono l’iniziativa come un modo per aspiranti attrici e modelle di far parlare di sé e ottenere popolarità.

Sebbene una piccolissima parte delle accuse si siano rivelate effettivamente false, i dati parlano da soli: che si lavori nel mondo dello spettacolo o in qualsiasi altro settore, è molto probabile che si sia vittime di questo tipo di trattamenti. Il nuovo studio riguardante il campo delle comunicazioni conferma che 4 donne su 10 sono state toccate contro la propria volontà. L’ambiente lavorativo non aiuta affatto: spesso questi contatti indesiderati avvengono in redazione, in mezzo ad altri colleghi. Emerge quindi che troppo spesso si chiude un occhio e si fa finta di niente.

Come sempre, però, una cosa tira l’altra, infatti il dato che più spaventa è che il 35% delle intervistate ha dichiarato di aver ricevuto veri e propri ”ricatti sessuali“. Il 15 per cento delle vittime racconta di aver denunciato, ma di essere stata di conseguenza penalizzata sul posto di lavoro, alcune addirittura di aver dovuto rinunciare al proprio incarico.

Per troppi anni si sono voluti ignorare questi fatti, che non erano di certo un segreto ma costituivano un argomento senza dubbio difficile da gestire, che avrebbe portato alla rovina di decine di personaggi importanti tra imprenditori, politici, giornalisti. A quanto pare non basta la parità formale data da un uguale stipendio a mettere sullo stesso piano due individui. Se il rispetto reciproco manca e le stesse istituzioni non garantiscono tutele verso chi trova il coraggio di denunciare, di fatto la disuguaglianza resta.