PIANETA/I 18 anni di Greta, amica della speranza

Il 3 gennaio, Greta Thumberg ha compiuto 18 anni, ma noi tutti la conosciamo da quando ne aveva appena 15.

Per il suo compleanno non ha chiesto nulla di troppo costoso: chiede “solo” di aiutare il pianeta e dei fari nuovi per la sua bicicletta (sapete com’è, in Svezia viene buio presto!).

Questa occasione è perfetta per ripercorrere il suo percorso fino a oggi.

Nata a Stoccolma, in Svezia, all’età di 13 anni, le viene diagnosticata la sindrome di Asperger, un disturbo dello spettro autistico, motivo per cui è stata insultata e screditata più volte; la stessa attivista ne ha parlato in molteplici interviste, definendola un “dono” che ha animato ulteriormente la sua voglia di combattere a favore della causa ambientalista.

Greta comincia ad acquisire notorietà nel 2018, quando decide di scioperare fino alle elezioni legislative del 9 settembre affinché il governo svedese abbassi le emissioni di anidride carbonica, come previsto dall’accordo di Parigi sul cambiamento climatico, stufa delle inusuali ondate di calore e degli incendi boschivi che colpiscono il suo paese durante i mesi estivi.

Non frequenta le lezioni per tre settimane per recarsi davanti al parlamento con il suo cartello con su scritto “Skolstrejk för klimatet”, ossia “sciopero scolastico per il clima”, e dalla quarta settimana in poi ci torna ogni venerdì (da cui i #fridaysforfuture): inizia così a essere notata dalla stampa locale, ma non impiega molto tempo a essere adocchiata anche da quella internazionale: diventa talmente conosciuta da riuscire a indire, il 15 marzo 2019, lo sciopero mondiale per il futuro, a cui partecipano oltre 100 paesi nel mondo, compresa l’Italia.

Al mondo bisogna dare una svolta, e chi se non i giovani, detentori del futuro, poteva scendere in piazza? un’ondata d’aria fresca, ecco di cosa tutti noi avevamo bisogno; una voce sincera, una nostra pari, una complice in grado di denunciare e protestare pacificamente di fronte a un vero e proprio ecocidio.

Non tutti però hanno cavalcato l’onda rivoluzionaria della giovane svedese. Infatti, come già è stato accennato prima, Greta ha ricevuto e riceve ancora molte critiche diverse, con parole molto forti, come quelle del giornalista Vittorio Feltri, personalità italiana fiera di non essere politically correct.

Molti invece la criticano dicendo che non è una vera ambientalista, ma soltanto una farsa. In un caso particolare si sono scatenati su dei pacchetti di plastica: sì, perché in un suo post di Instagram del 22 gennaio 2019 Greta è stata fotografata sulla cabina di un treno mentre mangia cibo confezionato in confezioni plastificate. Quindi, molti si sono infuriati, accusandola di non essere veramente interessata al benessere della terra; secondo alcuni questa è la prova che in realtà viene manipolata da qualcuno e i suoi discorsi sono quindi imposti e non spontanei.

In realtà, se si guarda più attentamente, la plastica delle confezioni ha il bollino di riciclabilità.

E comunque, è importante ricordare a tutti che è difficile, anche per i più radicali,  essere completamente plastic free, perchè la maggior parte dei prodotti in circolazione sono confezionati con la plastica; quindi, non diamo la colpa alla ragazza, piuttosto al sistema.

Tranquilli gentili lettrici e lettori, perchè Greta non ha paura delle critiche, anzi, è subito pronta a controbattere. Infatti, dopo che molti le hanno puntato il dito contro, ha scritto un coraggiosissimo messaggio su Facebook per chiarire le carte in tavola.

In questo risponde soprattutto a coloro che pensano che lei sia una marionetta comandata da mamma Malena Ernman, papà Svante Thunberg e imprenditori.

Lei dice anzi che i genitori non erano molto contenti quando ha deciso di scioperare nel giorni scolastici.

Greta non teme di dire ciò che pensa: il suo disturbo la porta a parlare solamente quando lo ritiene necessario, ha imparato così quanto valga la sua voce e quante parole siano sprecate ogni giorno.

Al summit dell’Onu sul clima ha tenuto un discorso molto duro, diventato ormai celebre, rivolto ai potenti del pianeti, da cui l’iconica frase girata su tutti i social: how dare you?

Ma com’è arrivata in America Greta? ha affrontato una traversata carbon neutral  sull’Oceano Atlantico, a bordo dello yacht da regata Malizia II, tutto questo senza disporre di servizi igienici, angolo cottura o letti adeguati.

A noi giovani, però, piace Greta non solo per la causa giusta che sta portando avanti, ma anche perché ha dimostrato che si può fare, noi adolescenti possiamo farci ascoltare dal mondo intero.

Quindi, ragazzi, quando ci sono delle discussioni su determinati argomenti, in famiglia, a scuola o in altri contesti, non abbiate paura di esprimervi, perché non dobbiamo finire in balia di un pensiero che non è il nostro, di un futuro che non ci appartiene.

Per sostenere al meglio le cause a cui teniamo però dobbiamo anche documentarci e usare il nostro senso critico, perché una casa ha bisogno di fondamenta per resistere alle intemperie.

Lo scopo del nostro articolo non è quello di divinizzare Greta, come molti pensano quando noi giovani parliamo di lei.

La sua storia dimostra che, anche se la corrente va in un’ altra direzione, non dobbiamo avere paura di andarci contro, anche se bisogna superare mille ostacoli, perché possiamo lasciare un segno e ispirare altri.

Quando, in un futuro, dopo che comincerete a esprimere le vostre idee, vi diranno che siete testardi, prendetelo come un complimento.