La Spagna diventa una dei sette Paesi al mondo a legalizzare l’eutanasia.

L’interruzione assistita della vita sarà possibile ai soli maggiorenni che soffrono di malattie incurabili o disabilitanti, che generano sofferenza «intollerabile».

Il Parlamento spagnolo ha approvato la legge sull’eutanasia scritta dal Partito Socialista, con 202 voti a favore, 141 contrari e 2 astensioni. Il testo entrerà in vigore entro fine giugno 2021 e l’aiuto a morire entrerà a far parte delle prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale. 

Ne potranno usufruire solo i maggiorenni che soffrono di «malattie gravi e incurabili» o di «patologie gravi, croniche e disabilitanti» che impediscono l’autosufficienza. Infatti da queste condizioni ne può derivare una sofferenza psicologica e fisica tale da richiedere l’interruzione della vita.

La richiesta di usufruire dell’eutanasia o del suicidio medicalmente assistito dovrà essere presentata in quattro momenti diversi tramite referti medici in cui si dimostra la propria condizione e si conferma di desiderare un aiuto a morire. 

La richiesta dovrà essere accolta ed esaminata in seguito da una commissione esaminatrice, nonostante ciò in ogni momento il paziente potrà interrompere la procedura.

Infine si dovrà dare per l’ultima volta il proprio consenso prima che il medico possa disporre la morte assistita.

La legge permetterà anche il diritto all’obiezione di coscienza dei medici, ma secondo un sondaggio solo il 25% dei dottori di Madrid farebbe appello all’obiezione.

Su Twitter il primo ministro Pedro Sanchez ha scritto: “Oggi la Spagna è un Paese più umano, più giusto e più libero” aggiungendo che la legge è stata ampiamente richiesta dalla società e ha ringraziato tutte le persone che hanno lottato affinché il diritto di morire con dignità fosse riconosciuto in Spagna. 

Alla legge non sono mancati gli oppositori, tra cui il Comitato nazionale di Bioetica e una rete di organizzazioni cattoliche, prime tra tutte l’Opus Dei.

Però, circa l’87% degli spagnoli si è dichiarato favorevole all’eutanasia; trattandosi di un diritto da concedere in senso liberale.