VACCINI/La migliore arma contro il Covid

La strada per uscire dal problema della pandemia da Covid-19 è la vaccinazione, questa strada ci è stata proposta dai medici e dai comitati scientifici del mondo; anche nel passato più recente l’eradicazione di molte malattie gravi e mortali è avvenuta con l’introduzione dei vaccini.

In questa tappa della corsa contro il tempo per debellare il virus abbiamo trovato varie tipologie di vaccino, quelle accreditate per l’Europa sono: Pfizer, Moderna, Astrazeneca, Johnson & Johnson.

In fase di approvazione da parte di EMA (Agenzia europea per i medicinali) troviamo CvnCoV, Novavax e Sputnik V. La diffusione anche di questi ultimi permetterebbe una copertura più ampia e rapida alla popolazione.

ASTRAZENECA

Il vaccino attualmente in uso è stato nominato Vaxzevria il 25 marzo 2021.

La sua efficacia risulta del 60% .

Vaxzevria è un vaccino per la prevenzione della malattia da coronavirus 2019 (COVID-19) nelle persone di età pari o superiore a 18 anni.

Vaxzevria è costituito da un altro virus (della famiglia degli adenovirus) che è stato modificato per contenere il gene per la produzione di una proteina da SARS-CoV-2, quindi non contiene il virus stesso e non può causare COVID-19.

Vaxzevria viene somministrato in due iniezioni, solitamente nel muscolo della parte superiore del braccio. La seconda dose deve essere somministrata tra 4 e 12 settimane dopo la prima.

Gli effetti indesiderati studiati più comuni di Vaxzevria sono stati generalmente lievi o moderati e sono migliorati entro pochi giorni dalla vaccinazione. Tra questi, i più comuni sono dolore e sensibilità al sito di iniezione, mal di testa, stanchezza, dolori muscolari, sensazione generale di malessere, brividi, febbre, dolori articolari e nausea. Hanno colpito più di 1 persona su 10.

In merito all’analisi del rischio di coaguli cerebrali derivante dalla somministrazione di questo vaccino, risultano meno di 5 casi su 1.000.000, analizzando il campione di 34.000.000 di soggetti vaccinati in più di 20 Paesi nel mondo.

Tra questi il Regno Unito, dove è stato prodotto, è uno dei principali utilizzatori su larga scala; diversamente in altri Paesi sono state poste limitazioni nell’uso nei soggetti più giovani.

JOHNSON & JOHNSON

È il quarto vaccino autorizzato dall’EMA l’11 marzo e dall’AIFA il 12 marzo 2021.

La sua efficacia risulta del 77% dopo 14 giorni e del 85% dopo 28 giorni dalla somministrazione.

È prevista la somministrazione di una sola dose.

La sperimentazione è avvenuta su soggetti di età superiore ai 18 anni.

Il vaccino è stato realizzato modificando un altro adenovirus per contenere il gene della proteina presente su SARS-CoV-2, pertanto il vaccino non può provocare la malattia da Covid 19.

Il vaccino può causare alcuni effetti collaterali di lieve entità: dolore al sito di iniezione, mal di testa, stanchezza, dolori muscolari e nausea

Il collegamento tra questo vaccino e casi di eventi tromboembolici è stato considerato molto basso, infatti dal 21 aprile è ripartita la distribuzione che era stata fermata per degli accertamenti.

Dopo vari dibattiti sui rischi e i vantaggi di questi vaccini è necessario focalizzare l’attenzione sul loro livello di pericolosità effettivo.

Attualmente risulta che i casi di eventi tromboembolici ad esempio di Vaxzevira sono dell’ordine di grandezza di 1-5 casi su 1.000.000. Si consideri che lo stesso effetto collaterale si verifica anche nei seguenti casi:

  • assunzione di farmaci contraccettivi con l’incidenza di 5 casi su 10.000
  • fumatori 9 casi su 1.000
  • malati da Covid-19 16 casi su 100

Da questi dati è innegabile la sicurezza del vaccino nei confronti della salute pubblica.

A ulteriore conferma di questa sicurezza è intervenuto il Prof. Galli Primario Infettivologo dell’Ospedale Sacco di Milano in un’intervista televisiva del 12/4/21.

La ricerca scientifica necessita di ulteriori indagini e verifiche, e probabilmente negli anni futuri sarà necessario somministrare altre dosi di vaccini per garantire la continutà dell’immunità.

PFIZER

Il vaccino Pfizer, entrato in uso il 27 Dicembre 2020, consiste in due iniezioni effettuate generalmente nel muscolo della parte superiore del braccio con un intervallo di almeno 21 giorni tra le due.

L’efficacia di questo prodotto è stata calcolata testando oltre 36 mila persone ed è stato efficace nel 95% dei soggetti, però è anche il vaccino che ha riscontrato il numero maggiore di reazioni avverse,infatti ha registrato fino al 31 Marzo 2021 ben 102.100 casi di reazioni avverse.

Questo farmaco viene somministrato dai 16 anni di età ed è già stato distribuito in tutti gli stati membri UE.

 

MODERNA

Il Moderna invece, secondo vaccino arrivato in Italia, prevede anch’esso due iniezioni nella stessa zona del corpo, ma ad una distanza di almeno 28 giorni tra l’una e l’altra.

E’ risultato efficace al 94,1% testandolo su un gruppo di 15.210 individui. Per quanto riguarda le reazioni avverse se ne sono riscontrate 5939, tra le quali 501 riconducibili a disordini cardiaci, di cui 96 fatali.

Attualmente può essere iniettato alle persone aventi dai 18 anni in avanti ed è utilizzato in Europa in quantità inferiori rispetto all’America.

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VACCINI/I problemi di Astrazeneca