RAPALLO/L’arte come mezzo di espressione collettiva

Recentemente ho avuto il piacere di tenere un’intervista con i gestori del Centro Giovani – Fuori dai Binari di Rapallo, Enrique Mendoza e Marco Baldassarre. Oltre a loro, suddetta intervista si è tenuta anche con la Zona GE, progetto musicale di punta del Centro Giovani Rapallino.

Questo articolo sarà diviso in due parti: una prima con domande rivolte ai gestori, affinchè si possa comprendere a pieno il lato tecnico del progetto; e una seconda, invece, con domande per lo stesso gruppo rap, per capire quanto questo Centro Giovani abbia influito sulla loro crescita artistica e personale.

Prima Parte – L’aspetto tecnico

E: Quando e perchè nasce il Centro Giovani – Fuori dai Binari?

Il progetto si concretizza nel 2015, tuttavia c’è stato dietro un lavoro piuttosto lungo di ristrutturazione dei locali, acquisto dell’attrezzatura e preparazione del progetto. La volontà di istituire dei Centri Giovani è arrivata tra il 2010 e il 2015 dalla regione Liguria con il fine di evolvere i C.A.G (Centri d’aggregazione giovanile), portandoli su un piano di sviluppo nuovo: ossia non solo ludico-ricreativo (come nei C.A.G.), ma di protagonismo giovanile, dove l’aggregazione dei ragazzi fosse una bella conseguenza piuttosto che un fine ricercato. L’idea era quindi, attraverso forme d’arte quali musica e fotografia (ma non solo), poter sviluppare giovani artisti della zona.

Dal punto di vista burocratico, i finanziatori del progetto sono stati Comune di Rapallo e Regione Liguria.

E: Il progetto è nato quindi anche grazie all’aiuto del Comune di Rapallo; una volta stabilizzatosi, il Comune ha continuato a partecipare attivamente o vi è stata data “carta bianca”?

Inizialmente, avevamo una referente del Comune che è stata fondamentale nei mesi tra nascita e sviluppo del progetto. Con il tempo, è nato un rapporto di reciproca fiducia tra noi e il comune, permettendoci quindi di lavorare autonomamente. Naturalmente continua esserci uno scambio e una co-progettualità tra le parti.

E: Per concludere, progetti presenti e futuri?

Dal punto di vista musicale, continuiamo ad avere in ballo dei progetti. La Zona GE ormai si “autogestisce”, ma contemporaneamente abbiamo tanto altro: uno studio di registrazione con persone competenti, una sala prove, la scuola di musica (strumenti e voce) ecc. Simultaneamente, vogliamo mettere la nostra attrezzatura, le nostre competenze e i talenti dei ragazzi al servizio di tutti, affinchè ci possa essere una crescita armonica e collettiva.

Abbiamo poi laboratori di fotografia, progetti di murales (vedasi quello in stazione a Rapallo, poi rovinato) e programmi audio-video con persone in grado di insegnarne il funzionamento.

Poi, vorremmo creare una sorta di Magazine del Centro Giovani su Instagram, che racconti la realtà Street dei Giovani.

Infine, sta nascendo l’idea di creare una comunanza dei vari Centri Giovani nati nel territorio, con fini quali scambio di idee, collaborazioni ecc.

La Zona GE è un gruppo formato da quattro ragazzi: Marco Barresi (in arte Buio), Emanuele Valente (in arte Kenny), Mattia Reggioni (in arte Nefesh) e Mattia Villi (in arte Socio). Quest’ultimo non ha potuto essere presente, tuttavia lo sostituisce un compare del gruppo rap: Piergiorgio Tessitori (in arte Jusan).

Dal momento che far corrispondere ad ogni domanda quattro risposte renderebbe la comprensione estremamente complicata, verrà seguito lo schema utilizzato sopra.

Seconda parte – l’aspetto artistico e umano

E: Quando e perchè vi siete avvicinati al Centro Giovani – Fuori dai Binari?

Tra il 2015 e il 2017 siamo arrivati tutti e quattro. Di base ovviamente c’erano la passione per il genere rap e la volontà di trovare un modo a noi consono per veicolare i nostri messaggi.

Il Centro Giovani è stato esattamente ciò di cui avevamo bisogno per rispondere a queste nostre esigenze: dal punto di vista artistico, ci siamo formati qua partendo da ben sotto lo zero, dal punto di vista umano abbiamo trovato l’ambiente perfetto per crescere, strigendo rapporti molto forti con persone che ci hanno permesso di andare ben oltre i nostri limiti. Oltretutto, soprattutto ai tempi, la nostra crescita personale era a stretto contatto con la nostra crescita artistica, quindi fondamentalmente questo era il nostro epicentro perfetto.

E: Quando qui tutto è cominciato, chiaramente scrivevate per voi stessi. A distanza di anni e con esperienza ben più adulte alle spalle, scrivete ancora per voi stessi o sentite che il vostro talento va condiviso con le persone che vi stanno attorno?

Inizialmente è vero che, chi per un motivo e chi per un altro, noi tutti scrivevamo per noi stessi. La situazione chiaramente poi si è evoluta: siamo cresciuti, siamo cambiati e ci siamo evoluti. Ad oggi, però, continuiamo a parlare di noi stessi e di quello che viviamo, vediamo e sentiamo, dopodichè ci rendiamo conto che non siamo gli unici a credere in questo progetto (le nostre famiglie e i nosti amici in primis ci supportano da sempre). Abbiamo sostanzialmente allargato la nostra bolla, permettendo ad altre persone di entrarvi, affinchè ne potessimo ricavare una crescita insieme.

Non ci sentiamo assolutamente arrivati, tutt’altro, quindi è inevitabile che per adesso continuiamo a essere il centro della nostra arte, perchè sicuramente non siamo abbastanza adulti, esperti o pronti per essere dei riferimenti.

E: Quando e perchè è nato il progetto “Zona GE”?

Tutto è nato nel 2015 per morire un anno esatto dopo. Inizialmente il gruppo era formato da quattro ragazzi, di cui due hanno poi deciso di chiamarsene fuori. Con l’arrivo di Nefesh da Verona e di Buio da Genova, il 2017 è stato il vero anno della rinascita del gruppo. Da lì in poi, sempre al Centro Giovani, abbiamo cominciato a vederci praticamente ogni giorno e così abbiamo iniziato sul serio. Tuttora siamo una piccola realtà, ma che è passata attraverso tre anni di lavoro che hanno portato anche belle soddisfazioni.

La nostra crescita lavorativa, artistica e professionale dipende completamente dal Centro Giovani – Fuori dai Binari.