DIARIO SCOZZESE/ Due mesi dopo

Sono passati due mesi ormai dal nostro ritorno da Edimburgo, sembrerebbe che abbiamo voltato pagina eppure mancano ad ognuno di noi il tempo “moody” di Edimburgo, i pranzi a base di polletti e Domino’s pizza, le cene piccanti, la pizza pepperoni dell’hotel, le palestre gratis, la casa dello studente e il minigolf. Sicuramente, tra le mancanze più grandi, la più sentita è la convivenza. Noi ragazzi avevamo  infatti stabilito un certo feeling, arrivando a creare una sorta di famiglia, tant’è che Riccardo chiama ancora “figlia mia” Sara. Per questo motivo non mancano le rimpatriate. Il 15 giugno infatti ci siamo incontrati tutti in quel di Riva Trigoso ed è stato a dir poco commovente ritrovarsi tutti insieme riuniti su un tavolo – anche se questa volta davanti a del vero cibo.

Però quant’era bello svegliarsi e fare colazione con i conigli che saltellavano avanti e indietro tra un cespuglio e l’altro nel giardino dell’hotel, con le uova bollite rubate, gli utilissimi consigli di Lucia e i tram in cui i controllori, persino quelli italiani, chiedevano il biglietto appena saliti – Stefano ti pensiamo. Quant’era bello arrivare a lavoro e stirare 200 capi da portare nel negozio e vendere. Quant’erano magnifiche quelle passeggiate in cui Prof. Timossi si improvvisava stambecco, Caterina esperta di discese mediante una tecnica avanzata di rotolamento e Emanuele ed Alberto organizzavano un incontro di wrestling sul momento. Ma poi quanto erano interessanti gli studi pomeridiani alla casa dello studente in cui Gaia ed Emanuele hanno preso la laurea in cinematografia, Andrea in scienze culinarie di Reese’s, Alberto in filosofia e Riccardo e Arturo in neurofisiologia del sonno. Quanto erano belli i viaggi in treno alla scoperta del nord, in cui non ci stancavamo mai di fare partite a lupus e a scala 40 mentre scorrevano dal finestrino paesaggi scozzesi sbalorditivi e heilan coos. E quanto invece erano brutte quelle giornate  in cui mancavano i Nessie Hunters o i discepoli del mitico John, Federico e Davide – che erano dispersi nelle Highlands. Ci scusiamo in ritardo per aver divorato  inconsapevolmente la vostra cena. E invece quanto erano mozzafiato i tramonti! Specialmente l’ultimo tramonto che abbiamo visto, quello sulla collina da cui si vedeva tutta Edimburgo, dove abbiamo parlato, scherzato, riso, pianto e fatto dei video memorabili ma imbarazzanti.

È stato proprio un bel viaggio che a distanza di mesi ancora ricordiamo con il cuore che batte forte, tanto quanto Edimburgo ci è rimasta impressa. Quanto vorremmo tornare indietro per rivivere un’altro paio di volte, e perché no, anche altre tre o quattro, questa magnifica avventura che ci ha portato ad essere più grandi,più responsabili, che ci ha dato un’energia frizzante,come se avessimo fatto il bagno in un fiume gelato ad Aprile.

DIARIO SCOZZESE/ Due mesi dopo

Imparare per noi stessi