Falò di Camogli: oltre trecento anni di tradizione

di Rachele Alvarado

– Cade oggi, sabato 7 maggio, la Festa di San Fortunato, il patrono dei pescatori e navigatori di Camogli: un’occasione attesa tutto l’anno dai camogliesi, un’unione di divertimento e momenti celebrativi che coinvolge l’intero borgo. La sera inizia con la processione, lungo le vie della città, della statua di San Fortunato. Al termine della processione ha inizio lo spettacolo pirotecnico, che ogni anno continua ad incantare e stupire. Fuochi dai mille colori che riflettendosi nel mare creano una febbricitante attesa, attesa per il momento clou della festa: i due falò, vere e proprie sculture di legno costruite sulla spiaggia dalle sapienti mani degli abitanti dei quartieri del Porto e del Pineto che si sfidano a colpi di imponenza e creatività. La festa si conclude a tarda notte, lasciando nell’aria un’atmosfera festosa e l’attesa per la Sagra del pesce, che si tiene il giorno seguente. Ma quali sono realmente le origini di questa folcloristica celebrazione? Già dal 1700 Camogli era una realtà strettamente legata alla pesca. Dovendo passare lunghi periodi in mare aperto, nacque nei camogliesi l’esigenza di avere un santo dedicato ai pescatori e ai naviganti, un santo che li potesse proteggere dalle tempeste. Nel 1710, mentre portavano le spoglie di un martire, furono sorpresi da una violenta tempesta: per salvarsi rivolsero preghiere all’anonimo santo che avevano a bordo, che esaudì le loro suppliche. Da quel momento decisero di dedicare la seconda domenica di maggio al Santo, che chiamarono San Fortunato. Ancora oggi questa festa ha luogo, dietro alle celebrazioni che si fanno vi è dunque una storia, il racconto di uomini di mare che avevano come unico desiderio il poter provvedere alle loro famiglie, il poter tornare a casa, tornare a Camogli. Forse, quando i nostri occhi si poseranno sulla processione, sui fuochi, sul falò di stasera avranno una nuova consapevolezza, un nuovo sguardo. 

Falò di Camogli 2012
Falò di Camogli 2012

 

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