Alzehimer/Il deficit della comunicazione è il primo campanello di allarme

di Enrico Tognon

L’INVECCHIAMENTO DELLA MENTE

Il morbo di Alzheimer è la più comune forma di demenza senile: il processo degenerativo causa progressivamente il declino crescente delle funzioni cognitive, nonchè una lunghissima serie di limitazioni alla persona.
Oggi non esiste ancora una precisa prevenzione, certa, attendibile, per poterci difendere da questo nemico che risiede proprio nel nostro cervello.

I CAMPANELLI D’ALLARME

La prevenzione contro questa malattia degenerativa non è molto attendibile, però ciò che possiamo fare, per almeno curare la patologia, è riconoscerla fin dai primi sintomi; perdita di memoria, mancanza di iniziativa, cambiamenti repentini di umore, diminuzione della capacità di giudizio e problemi di linguaggio, sono solo alcuni dei campanelli d’allarme, che è opportuno non sottovalutare.

I MUTAMENTI A LIVELLO DI LINGUAGGIO

“Molti degli studi condotti finora si sono concentrati sui cambiamenti della memoria, ma non possiamo sottovalutare i mutamenti che si verificano a livello di linguaggio”. Queste le parole di Janet Sherman, ricercatrice  del Massachussetts Hospital, impegnata nello studio di questa malattia degenerativa. Il suo team ha scoperto che gli individui affetti da “declino cognitivo lieve” – una forma di deficit a livello della memoria e dell’apprendimento- utilizzano un numero maggiore di parole, e hanno bisogno di più tempo per esprimere i concetti.
La possibilità di andare incontro al morbo di Alzheimer in questi soggetti oscilla fra le 3 e le 5 volte in più rispetto ad una persona sana.

L’INDAGINE STATISTICA

Nel corso dell’indagine si sono presi in esame 68 individui: 22 giovani sani, 25 anziani sani e 22 affetti da “declino cognitivo lieve”. A soggetti di studio è stato chiesto di risolvere un esercizio lessicale, inserendo tre parole. Se per i soggetti sani è stato piuttosto facile risolvere il quesito, per i malati è stato complicato: i 22 hanno fornito soluzioni vaghe e ridondanti. Queste anomalie di linguaggio, pertanto, potrebbero ravvisare i primi segnali di demenza, oppure nei casi più gravi del morbo stesso.

ALZHEIMER PRECOCE O GIOVANILE

Particolare è il caso di Wendy, una signora inglese di 59 anni, a cui l’anno scorso è stata diagnosticata l’Alzheimer ad esordio precoce. Attualmente lavora per l’istituto nazionale della sanità, ma andrà presto in pensione anticipata per via della sua malattia. Ha tuttavia dichiarato di voler continuare a dedicarsi alle persone affette di demenza senile e, a questo proposito, ha aperto un blog. Vi riportiamo due frasi scritte da Wendy, che ci sono sembrate significative: “Ogni giorno è divero” e “Ci sono giorni in cui mi sembra che l’Alzehimer non fosse mai stato parte della mia vita”. A voi scegliere come interpretarle!

È quindi importante prestare attenzione al modo di esprimersi del paziente, oltre che al suo atteggiamento, per poter individuare sul nascere la malattia e, laddove possibile, rallentarla.

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