Politica, comunicazione o propaganda?

Di Maria Elena Cassinelli

– Il termine “propaganda” (dal Latino “propago”= ciò che bisogna propagare, trasmettere) indica quell’insieme di attività di diffusione di informazioni ed ideali, volte ad influenzare l’opinione pubblica e ad indurre un determinato gruppo sociale a compiere specifiche azioni, con il fine ultimo di ottenere un beneficio. In particolare, l’attività propagandistica svolge un ruolo fondamentale all’interno delle campagne elettorali. Poiché la propaganda tende a presentare i fatti in modo selettivo, commettendo spesso delle omissioni, ed emozionale, facendo leva sui sentimenti delle masse, il suo uso rischia di compromettere la libertà di pensiero dell’individuo. Secondo il politologo statunitense Lasswell e McLuhan infatti, essa “può mutare i comportamenti sociali”. Il sociologo Lazarsfeld, invece, si dimostra di tutt’altro avviso, sostenendo che con la propaganda non si vuole creare nuovi orientamenti, ma ci si limita, semplicemente, a rafforzare quelli già esistenti.

Il silenzio elettorale

Durante i giorni designati per le elezioni e il giorno immediatamente precedente, avviene il cosiddetto “silenzio elettorale”, che è disciplinato dalla legge n. 212, promulgata il 4 aprile 1956. In quest’arco di tempo vige il divieto di riunirsi in comizi, effettuare riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta, in luoghi di accesso pubblico, l’affissione di giornali morali o di qualsiasi altro tipo di manifesto. Inoltre, neppure le emittenti radiofoniche o televisive possono diffondere materiale propagandistico elettorale. Nei giorni effettivi dell’elezione, è vietata qualsiasi forma di propaganda elettorale nel raggio di 200 metri dall’ingresso dei seggi.

Le principali tecniche di comunicazione politica

Tra i metodi propagandistici più utilizzati vi è la “classificazione”, che consiste nel citare le parole di un avversario politico in modo distorto, sottolineando pochi elementi a discapito di altri. Sono, inoltre utilizzate la censura, la disinformazione, e l’utilizzo dell’ambiguità del linguaggio. La tecnica del capro espiatorio e l’utilizzo di simboli  sono particolarmente importanti per accattivarsi la fiducia dell’auditorio, in quanto, a differenza dei metodi citati in precedenza, tendono a coinvolgere anche la sfera emotiva del pubblico.

Una delle scelte più difficoltose per un leader politico è, certamente, quella della selezione di uno staff competente, che possa offrirgli aiuto nella gestione della risposta del mercato elettorale e nella risoluzione delle varie problematiche. Le figure che svolgono compiti di massima importanza all’interno del programma di propaganda politica sono: il portavoce del leader, il capo ufficio della casa editrice di fiducia, lo spin doctor, il consulente per l’immagine e il ghost-writer. Per avviare una buona campagna elettorale è, inoltre, indispensabile occuparsi di marketing politico ed elettorale.

Le sei regole di Jean-Marie Domenach (anni 70)

Secondo molti politologi e sociologi, gran parte delle tecniche di comunicazione politica odierne si basano su quelle descritte nei testi classici. Un buon esempio è fornito da Jean-Marie Domenach che, nel libro intitolato “La propaganda politica”, scrive che , nonostante la propaganda politica possa sembrare una sorta di “imitazione” della pubblicità, se la si analizza con maggiore attenzione, ci si rende subito conto delle numerose analogie che intercorrono tra quella antica e quella nuova. Egli afferma, inoltre, che i principi primi della comunicazione di tipo politico sono sei: la semplificazione, il nemico unico, l’esagerazione e deformazione, l’orchestrazione, la trasfusione e l’unanimità e contagio.

Le regole di Jacques Séguéla (anni 80)

Secondo il giornalista e scrittore Jacques Séguéla, invece, le regole basilari per la buona riuscita di una campagna elettorale sono:

– Si vota per un uomo (o una donna) e non per un partito

– Si vota un’idea, non un’ideologia

– Si vota per il futuro, mai per il passato

– Si vota per uno spettacolo, non per la banalità

– Si vota per sé, non per un candidato

– Si vota per un destino, non per obiettivi modesti

– Si vota per un valore, non per una funzione

– Si vota per chi è attivo, non per chi è passivo

– Si vota per un vincente, non per un perdente

I mezzi di comunicazione nella politica

Nell’ambito della politica, un altro aspetto particolarmente importante nel coinvolgimento dell’elettorato è, senza dubbio, l’utilizzo dei mezzi di comunicazione di massa, quali il manifesto elettorale, il quotidiano, ormai quasi soppiantato dall’avvento di Internet e la televisione. Il manifesto è uno tra i mezzi comunicativi più efficaci di cui dispongono i politici odierni ed è costituito da uno scritto programmatico in cui è presente un messaggio che deve essere immediatamente comprensibile e, quasi memorizzabile, dal pubblico.