Blue Whale: tutto quello che non sapete

di Giulia

Blue Whale è un fenomeno sociale nato in Russia, principalmente diffuso sui social come Instagram, Facebook o Twitter.

Il nome “Blue Whale” prende il nome dalle balenottere azzurre, le quali vanno a spiaggiarsi per morire, proprio come il “protagonista” della sfida va incontro alla morte arrivando al cinquantesimo giorno, ovvero l’ultima sfida. Dietro a Blue Whale si nascondono persone in grado di manipolare le menti degli adolescenti e si fanno chiamare “curatori”: coloro che ti contattano, dettano le regole e danno, giorno dopo giorno, le sfide da svolgere, fino all’ultima, ovvero suicidarsi. Le sfide sono a dir poco inquietanti: incisioni sul corpo, alzarsi alle 4:00 del mattino per guardare video horror, procurarsi dolore, non parlare a nessuno per tutto il giorno e, infine, dopo essersi incisi una balena sul braccio, saltare da un edificio alto.

Ma una domanda che molti si posero fu: chi ha inventato Blue Whale? L’ideatore di Blue Whale, chiamato anche “gioco della morte”, è l’arrestato Philip Budeikin, un giovane russo di 21 anni che confessò di aver indotto al suicidio almeno 17 adolescenti per “eliminare le impurità dalla società”.

Tutte le indagini danno come luogo di nascita del gioco il social network russo Vkontakte. L’episodio che ha scatenato Blue Whale è stato il suicidio di Rina Palenkova, una sedicenne russa che prima di morire ha caricato foto e video sul social per documentare il suo suicido, avvenuto nel 2015. Il fenomeno raccontato da Rina Palenkova si identifica con la sigla “f57”, ovvero il codice con il quale i ragazzi vogliono farsi notare dai curatori sui social. In questo gruppo di Vkontakte venivano postate testimonianze di utenti con pensieri suicidi. Ma questo non era l’unico ritrovo per adolescenti sofferenti: tra questi c’era anche Blue Whale.
Secondo un’inchiesta della Novaya Gazeta, testata giornalistica russa, da questo gruppo sono scaturiti circa 80 suicidi. Tra il 2015 ed il 2016 le morti volontarie di adolescenti in Russia, collegate ai social furono 130, ma altri media distrussero la teoria. All’inizio del 2017 i media inglesi hanno iniziato a parlare di Blue Whale e su Reddit sono comparse le presunte regole del “gioco”. Negli ultimi mesi la maggior parte delle notizie su Blue Whale sono arrivate dal Pakistan e dall’India, stati dove il suicidio tra giovani è molto frequente.

Le istituzioni discutono addirittura di bandire il “gioco”, senza ovviamente alcuna idea concreta di come procedere. Intanto, Blue Whale è talmente popolare in India che sono spuntati siti e app piene di malware che ne usano il nome.

Il web favorisce la diffusione di “mode” che hanno trovato un canale di espansione in alcuni forum del dark-web che offrono aiuto a coloro che stanno pensando a suicidarsi. Non esistono soltanto utenti interessati ad aiutare le persone in difficoltà per allontanarle da questi pensieri negativi, ma anche altri decisi a spingere la gente verso la morte. L’influenza dei mezzi di comunicazione, soprattutto i social, condiziona molto la vita delle persone, ed in particolar modo quelle di noi giovani.

Più preoccupante, però, è il fatto che sia proprio la nuova generazione ad essere “dominata” da questo tipo di atteggiamenti, evidenziando un’avversione alla vita e una maggior tendenza verso idee sbagliate, persone estranee, ma cosa ancora più grave, persone nascoste dietro uno schermo.